“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Ai piedi di un abruzzese
Sergio Marchionne visita la Sevel. Il futuro dell'Abruzzo dipende dalle scelte di mercato dell'azienda torinese
ABRUZZO: SIAMO NELLE MANI DI SERGIO MARCHIONNE. La domanda è più semplice che mai: quanto è importante per l'economia abruzzese la presenza della Sevel, cioè dello stabilimento del Gruppo Fiat che produce i "famosi" Ducato? Impossibile rispondere soltanto coi numeri, tanto sarebbero imponenti in termini di Pil e tassi di disoccupazione, e poi perchè sarebbe persino troppo banale. Comunque, per correttezza dell'informazione, parlando soltanto di forza lavoro si può sottolineare che soltanto lo stabilimento della Val di Sangro impiega 6.200 operai e che sommati all'indotto, che produce il settore dell'automotive, diventano una popolazione di quasi 20mila cittadini abruzzesi. Insomma, vista così, è più facile capire che se Fiat decidesse un giorno - questa è un'ipotesi - tramite il board dell'azienda torinese e magari proprio col veto favorevole dall'abruzzese Sergio Marchione, di spostare la produzione altrove, dove costa meno, è chiaro che per l'Abruzzo meridionale sarebbe un'ecatombe. Immaginate un'intera città tipo Ortona, tanto per fare un esempio, abitata completamente da disoccupati, da persone senza reddito, con famiglie annesse a causa di una strategia d'impresa volta al mantenimento della competitività sul mercato delle auto. Purtroppo di situazioni simili in Italia ne stanno nascendo a bizzeffe vedi Bari con la vertenza della Brigestone oppure per restare in casa Fita con Termini Imerese. Bisogna, poi, considerare che questo scenario (quello peggiore della chiusura) non è del tutto irrealistico considerando la disdetta dell'accordo con Psg a partire dal 2016 e che provocherà la gestione di almeno 20mila veicoli l'anno per il gruppo torinese (LEGGI L'ARTICOLO). Ecco così, in due righe, spiegata l'importanza della visita di venerdì dell'ad della Fiat, Sergio Marchionne, allo stabilimento Sevel di Val di Sangro. Qualsiasi cosa uscirà dalla sua bocca sarà così importante che non basteranno le suppliche di chiunque, nemmeno di Papa Francesco I, figuriamoci quelle del Presidente della Regione, Gianni Chiodi, persona degnissima, a far cambiare idea ai mercati ed all'alta finanza. Business is business. Incrociamo le dita.
Marco Beef