“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
ZuBar chiuso dal Questore per tre mesi. E' una decisione giusta?
Il circolo ricreativo Arci, punto di riferimento del clubbing italiano, è pronto al contrattacco: «Reagiremo coi nostri legali»
ZUBAR CHIUSO PER TRE MESI: «REAGIREMO COI NOSTRI LEGALI». Il Questore di Pescara Paolo Passamonti ha deciso, in base all’articolo 100 del Testo unico di pubblica sicurezza (Tulps), che il circolo Arci ZuBar dovrà restare chiuso per tre mesi e dovrà pagare una multa di 10 mila euro.
Secondo gli investigatori, infatti, sabato notte nel locale ci sarebbero state troppe persone (139 a fronte delle 100 previste dalla licenza di agibilità) e non sarebbero stati rispettati il divieto di fumo e l’esibizione di alcune certificazioni. Inoltre, alcune persone, sottoposte ad un controllo, sarebbero state trovate in possso di sostanze stupefacenti.
Questo provvedimento, durissimo benchè legittimo, va però a colpire, a nostro modesto avviso, ingiustamente l'iniziativa di un'associazione culturale, animata da una coppia di appassionati di musica elettronica, Eugenio Laurenzi e Fabo Passeri, i quali cinque anni fa lanciarono un'idea e che, in breve tempo, è diventata un punto di riferimento del clubbing per Pescara, per l'Abruzzo, per l'Italia ed anche per l'Estero.
"Ci dispiace - spiegano gli organizzatori - ed inutile prendersela con le autorità chiamate a svolgere il loro dovere. In tutta questa storia c’è però di più. C’è qualcosa che fa più male di ogni chiusura, qualcosa che da troppo tempo sentiamo e per cui è giunta l’ora di fare chiarezza". Il dito degli organizzatori è puntato verso quelli che son definiti "luoghi comuni" è cioè a quelle frasi fatte, si legge, che “lo ZU::BAR è un brutto posto” o “allo ZU::BAR ci si va per drogarsi” e lo “ZU::BAR è pieno di sfasciati”. "Tutto questo - ribadiscono - non corrisponde al vero. Non corrisponde alla realtà di persone che hanno scelto di mettersi insieme per condividere l’arte in tutte le sue forme. Uno staff che lavora ogni giorno per far si che anche in una piccola città come Pescara ognuno possa avere il proprio spazio che sia al tempo stesso spazio di espressione e spazio di fruizione. Vedere - aggiungono - in noi e in altri circoli il male da estirpare con tutte le forze, scaricandoci addosso “responsabilità generazionali” equivale a “lavarsi le mani”. Abbiamo creduto e crediamo da sempre nell’Italia e nella nostra Pescara e questo in anni in cui tantissimi ragazzi giovani e giovanissimi prendono il primo volo per migrare in altri paesi, sicuri di trovare la loro “dimensione” per esprimersi al meglio. Etichettare lo spazio dedicato al clubbing quasi fosse un “ritrovo di tossicodipendenti” è follia allo stato puro, certo non possiamo chiedere il casellario giudiziario o altro all’ingresso ma da sempre abbiamo cercato con tutto lo staff di controllare ed eliminare ogni potenziale “elemento di disturbo” per chi come noi vuole godersi il party e divertirsi senza droghe e simili".
Lo staff dello ZuBar annuncia, inoltre, che ricorrerà col proprio ufficio legale contro la decisione del Questore e conferma l'appuntamento del 21 aprile, al PalaCongressi di Montesilvano, con Ricardo Villalobos, Rhadoo e Giammarco Orsini.
Redazione Independent