“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Zazzetta. Resa del Comune
La vicenda del ultrà senza casa che si rifiuta di dormire alla Caritas. Cerolini: «Abbiamo fatto di tutto»
ZAZZETTA, IL COMUNE SI ARRENDE - «L’amministrazione comunale di Pescara è pronta e disponibile a dare ospitalità a Domenico Zazzetta presso il dormitorio della Caritas, garantendogli tutta l’assistenza di cui necessita. Purtroppo, dopo quanto accaduto appena dieci giorni fa con una lite con due romeni, non riusciamo più a ospitarlo negli alberghi convenzionati con il Comune stesso, né è ipotizzabile l’assegnazione di un alloggio popolare visto che l’utente non è neanche compreso nell’elenco degli aventi diritto e, peraltro, può contare su una rete familiare di supporto, con la madre che abita a Tollo e un fratello a Pescara. Abbiamo dato ogni genere di sostegno a Zazzetta, ma oggi, a fronte del suo rifiuto di andare al dormitorio, abbiamo le mani legate per rispetto della norma». Lo ha detto l’assessore alle Politiche sociali Guido Cerolini intervenendo sulla nuova protesta odierna di Zazzetta che, di nuovo, sistematosi sulle scale del Comune, ha inscenato contestazione minacciando di ingerire medicinali se l’amministrazione non gli darà una casa.
CEROLINI PARLA DEL "CASO" - «E’ evidente che il disagio dell’utente nasce ben più nel profondo, ma, in tutta onestà, il Comune ha fatto tutto ciò che era nelle sue possibilità e stiamo continuando a farlo – ha detto l’assessore Cerolini -. Purtroppo, dopo la lite con una coppia di rumeni verificatasi circa dieci giorni fa, non possiamo più garantire l’ospitalità di Zazzetta in uno degli alberghi convenzionati con l’amministrazione comunale stessa. Gli abbiamo dato la massima disponibilità ad accoglierlo nel dormitorio della Caritas, visto che il problema è soprattutto il riparo notturno, ma Zazzetta continua a rifiutare tale soluzione. Ancora: il nostro ufficio dei Servizi sociali gli aveva prospettato la possibilità di un inserimento lavorativo nel canile municipale e, in virtù di tale sistemazione, la possibilità di un tipo di alloggio differenziato. Ma l’utente è andato due volte al canile e poi ha rifiutato anche tale opportunità. E’ improponibile pensare all’assegnazione di un alloggio popolare, visto che non è neanche compreso nell’elenco degli assegnatari e peraltro non è neanche un soggetto che si possa definire senza fissa dimora, visto che è provvisto di una rete parentale, una madre che vive a Tollo e il fratello a Pescara. A questo punto comprendiamo il suo disagio, ma è evidente che deve anche collaborare con i Servizi sociali, pronti a garantirgli ogni genere di supporto, ma rispettando norme e regole».