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Operazione Kebab - Fino a 12mila euro per "fuggire" dalla povertà. Arrestate 26 persone: molti noti imprenditori
IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, 26 ARRESTI - Sin dalle prime luci dell'alba i carabinieri del Comando provinciale di Pescara sono all'opera per assicurare alla giustizia un'associazione a dcelinquere dedita al traffico di essere umani. In totale si stanno eseguendo 26 ordinanze di custodia cautelare in carcere su tutto il territorio italiano. I provvedimenti, firmati dal Gip del tribunale di Pescara, riguardano cittadini pakistani ed italiani che, dietro il pagamento di cospicue somme di denaro, fornivano falsi contratti di lavoro (lettere di assunzione), tramite imprenditori compiacenti, in modo da consentire sul territorio italiano l'ingresso di cittadini pakistani, bengalesi ed indiani destinati a vivere in clandestinità. Il sogno di fuggire dalla povertà arrivava a costare fino a 12mila euro, ma per molta di quella gente disperata che non ha nulla, l'Italia e l'Europa rappresentano l'unica via di salvezza. L'organizzazione è riuscita a far entrare in Italia, tramite una fitta rete di intermediari, oltre 500 immigrati clandestina per un giro d'affari di 6milioni di euro. Il denaro veniva suddiviso in questo modo: gli imprenditori fino a 3mila euro, 1.500 euro per i consulenti ed i commercialisti, fino a 300 euro per gli intermediari ed il resto spettava allorganizzazione.
ARRESTI IN TUTTA ITALIA - I soggetti destinatari dei provvedimenti restrittivi risultano essere residenti in Abruzzo, Lombardia, Calabria ed Emilia Romagna. Complessivamente l'indagine denominata "Kebab" ha visto indagate 64 persone la cui posizione è tuttora al vaglio della dottoressa Barbara Del Bono, pm della Procura della Repubblica di Pescara. Il Gip che ha emesso i provvedimenti è la dottoressa Maria Michela Di Fine. Gli inquirenti si sono avvalsi della collaborazione di interpreti di lingua indiana e pakistana per poter acquisire maggiori elementi del quadro probatorio. L'indagine è partita in seguito al fallimento della lavanderia industriale di Collecorvino "Laundry".
I NOMI DELLE PERSONE COINVOLTE - Le centrali dell'organizzazione sono state localizzate in Lombardia ed Emilia Romagna dove domiciliano i capi individuati in Mohammad Javed Iqbal, 40 anni, Mohammad Khalid, 38 anni, Sajid Hussain, 32 anni, Mohammad Aslam detto Raja, 45 anni. Gli altri soggetti colpiti dalle misure cautelari sono: Giustino Di Matteo, 46 anni, imprenditore di Scafa, Giulio Marcello Mantenuto, 50 anni, imprenditore di Pescara, Eugenio Amat, 63 anni, imprenditore di Villapina (Cosenza), Vincenzo Antonini, 52 anni, commercialista di Pescara, Bitt Tariq Mohamood, 40 anni, imprenditore di Cepagatti, Imam Hossain, 39 anni, imprenditore di Montesilvano, Imtiaz, Mohammad, 57 anni, operaio di Guastalla, Domenico Pavone, 47 anni, consulente del lavoro di Pescara, Pistilli Benedetto, 48 anni, imprenditore di Pescasseroli, Semenzini Fantino, 54 anni, imprenditore di Alanno, Nicola Simone, 49 anni, imprenditore di Collecorvino, Maria Teresa Del Romano, 47 anni, imprenditrice di Bucchianico, Giovanni La Cesa, 46 anni, imprenditore di Pescasseroli, Ludo La Cesa, 49 anni, imprenditore di Pescasseroli, Pierluigi Mincone, 38 anni, imprenditore di Manoppello, Rosanna Simone, 23 anni, imprenditrice di Bucchianico.
Redazione Independent