“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Voleva ancora 48 ore
Roberto Di Santo ha chiesto tempo ai carabinieri per compiere azioni. Obiettivo il Parlamento
IL BOMBAROLO: «DATEMI ANCORA DUE GIORNI» «Vi prego datemi ancora un paio di giorni perchè compiere ancora delle azioni. Devo vendicare questa società ingiusta. Poi, mi consegno». Queste le prime "folli" richieste di Roberto Di Santo, il 58enne di Roccamontepiano con piccoli precedenti specifici, noto come "il bombarolo" mentre i carabinieri di Pescara lo ammanettava dentro il casolare-rifugio in località S.P Bonifica-Pescara Secca nel comune di Rosciano. Paole disturbate che, evidentemente, chiariscono il quadro psichico di un uomo per troppo tempo costretto ad una condizione di disagio e di precarietà umana, oltre che professionale. Secondo gli inquirenti l'uomo non aveva intenzione di nuocere a nessuno ma le azioni messe in campo, gli attentati, erano potenzialmente molto pericolosi. Del caso si sta occupando il pubblico ministero del tribunale di Pescara la dott.ssa Silvia Santoro. Attualmente il Di Santo è rinchiuso nel carcere di San Donato in isolamento. Il legale dell'arrestato è l'avvocato Di Pietro del foro di Pescara.
NEL COVO IL PC D UNA PISTO AD ARIA COMPRESSA. Nel covo i militari hanno trovato il camper utilizzato dal Di Santo, una pistola ad aria compressa, priva del tappo rosso, diversi viveri, una tv portatile, dei trucchi - si era camuffato tagliandosi i capelli e tagliato la barba - e la bici utilizzata per gli spostamenti. Nei pressi del rifugio il 58enne di Roccamontepiano aveva preparato un ulteriore rifugio, al cui interno è stato trovato materiale informatico ed apparecchiature video fotografiche, oltre ad una bombola di gas Gpl piena. Deve rispondere deri reati di tentata strage, incendio e danneggiamento.
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