“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Villa Pini e il "caso unico"
Tiene banco la questione dell'accreditamento revocato dal Tar. In ballo ci sono 1000 posti di lavoro. Si muove Legnini
VILLA PINI, LEGNINI E D’ALESSANDRO (PD) - Stamane il gruppo regionale del PD guidato dal capogruppo Camillo D'Alessandro ed alla presenza del Senatore Giovanni Legnini hanno incontrato una delegazioni in rappresentanza dei lavoratori del Gruppo Villa Pini, a seguito della recente sentenza del TAR che ha di fatto cancellato l'accreditamento della Struttura sanitaria. «Abbiamo ascoltato – riferiscono D' Alessandro e Legnini – le ragioni dei lavoratori e siamo fortemente preoccupati per il loro futuro. Bisogna assumere la consapevolezza - riprendono gli esponenti del PD - che ci troviamo di fronte ad un caso unico in Italia e dunque ogni soluzione deve tenere conto di una fattispecie mai verificatasi: una struttura privata non in regola con il versamento dei contributi, a cui segue il fallimento, con una curatela che inizia a versare glia arretrati e che nel contempo cede in affitto la struttura ad un nuovo operatore. Il diritto fallimentare impone la così detta par conditio creditorum, cioè anche se la curatela volesse versare tutti i contributi non potrebbe farlo, perché deve rispettare e provvedere al pagamento anche degli altri debiti, secondo priorità stabilite dalla legge fallimentare. Circostanza che rende di fatto, per la curatela, impossibile adempiere alla legge regionale che impone il regolare versamento contributivo pena la decadenza dell'accreditamento». Il Pd - come del resto anche il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio - è schierato nella battaglia per il salvataggio fi 1000 posti di lavoro, al momento senza speranza e certezza sul futuro. «Dunque – proseguono il senatore ed il capogruppo Pd – ci troviamo do fronte ad un caso eccezionale ed unico nel suo genere per questo noi come PD proponiamo che il problema vada posto al Tavolo di Monitoraggio che si terra il 4 aprile. Lì il governo con il Commissario Chiodi dovranno condividere una linea: autorizzare un provvedimento commissariale o una modifica della attuale legge regionale. Tutto il resto sarebbero soluzioni pasticciate, impugnabili ed inutili, ciò a tutela degli interessi di tutti».
Redazione Independent