“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Verso il 1° maggio. Abruzzo in delirio per la festa dei Serpari
Ogni anno Cocullo, 246 anime nella comunità montata peligna, viene preso d'assalto da migliaia di visitatori per il rito un pò sacro un pò pagano di San Domenico
ABRUZZO IN DELIRIO PER LA FESTA DEI SERPARI. Ogni anno, il primo di maggio, il piccolo paese di Cocullo, solo 246 anime nella comunità montana peligna, riesce ad accaparrarsi il palmares del luogo più visitato della nostra regione grazie ad una festa sacra-profana meglio nota come la Festa dei Serpari.
Folle di turisti, infatti, giungono a Cocullo con ogni mezzo possibile: treni, pullman e automobile private che spesso rendono impossibile raggiungere il paese. Ogni anno si contano numeri da record tanto che la scorsa edizione sembra sia stata visitata da ben ventimila persone.
Ma cosa c'è di tanto speciale nella Festa dei Serpari? La tradizione vuole che i serpari, appunto i cacciatori dei serpenti, alla fine di marzo si recano fuori paese in cerca degli animali e che, una volta catturati, vengono custoditi con estrema attenzione dentro scatole di legno per 15-20 giorni nutrendoli con topi vivi e uova sode.
Secondo gli storici questa usanza è legata alla civiltà degli antichi Marsi, che però i cocullesi rievocano in onore di San Domenico che è ritenuto proteggere dal mal di denti, dai morsi di rettili e della rabbia. San Domenico era un monaco benedettino di Foligno che attraversò il Lazio e l’Abruzzo fondando monasteri ed eremitaggi. A Cocullo si fermò per sette anni, lasciando un suo dente e un ferro di cavallo della sua mula, che divennero delle reliquie.
Per questo la mattina del primo di maggio, prima però era il primo giovedì del mese, nella chiesa a lui dedicata, i fedeli tirano con i denti una catenella per mantenere i denti stessi in buona salute e poi si mettono in fila per raccogliere la terra benedetta che si trova nella grotta dietro la nicchia del Santo. La terra sarà poi tenuta in casa come protezione dagli influssi malefici, sparsa nei campi per allontanare gli animali nocivi oppure sciolta nell'acqua e bevuta per combattere la febbre.
Inoltre segue una processione, la parte più attesa della festa, dove si vede la statua di San Domenico completamente ricoperta dai serpenti catturati per lo scopo.
Insomma una celebrazione un pò assurda che però non smette di attirare folle di visitatori.
Redazione Independent