“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Verratti: un futuro alla Pirlo
Il Delfino in attesa della definitiva consacrazione del 'Folletto di Manoppello'. Qual è il suo vero ruolo in campo?
Marco Verratti compirà 19 anni il prossimo 5 novembre e, già da alcuni anni, il suo nome è puntualmente accostato ai grandi club di Serie A. Sabato prossimo il 'Folletto di Manoppello' dovrebbe riprendersi il posto di centrale nel centrocampo a tre di mister Zeman nella sfida all'Adriatico contro l'Ascoli. Ma chi è Marco Verratti?
LA STORIA - Cresciuto nelle giovanili con Cetteo Di Mascio, ha fatto il suo esordio dal primo minuto con la maglia del Pescara nel 2008, a soli 15 anni. Era una partita di Coppa Italia giocata a Bergamo contro l’Albinoleffe ed i pochi spettatori presenti sugli spalti in quel pomeriggio di agosto, iniziarono presto a stropicciarsi gli occhi, chiedendosi chi fosse quell’esile ragazzino che giocava a testa alta, senza paura. Il “Folletto di Manoppello” ha confermato il suo talento purissimo anche negli anni successivi, prima in un campionato duro come la serie C1, poi l’anno scorso in Serie B, facendo sognare i tifosi biancoazzurri, abbagliati dalla grande personalità dimostrata a dispetto della giovane età, dalla sua tecnica sopraffina e da una visione di gioco da vero predestinato. E’ stato in questi anni convocato prima nella Nazionale under 17, poi nella under 19 ed ultimamante nella under 20 e viene segnalato da tutti siti specializzati come possibile futuro “crack” del calcio italiano, vincendo nel 2009 il “TMW Award” come miglior giovane, prendendo più voti anche di Balotelli ed El Shaarawy.
IL NODO DEL RUOLO IN CAMPO - Però la sua definitiva esplosione è stata finora rimandata da qualche inconveniente fisico di troppo e da una difficile collocazione tattica. Troppo leggero per fare il centrale in un centrocampo a 4, nella posizione di trequartista, nella quale potrebbe sfruttare meglio le sue doti di saltare l’uomo, si è invece trovato spesso ingabbiato dalle difese avversarie e quindi costretto ad arretrare per cercare palloni giocabili, con un eccessivo dispendio di energie e troppe botte prese. Dopo un paio di estati nelle quali è stato seguito da diverse big (Milan e Roma su tutte), questa può essere la stagione della sua definitiva consacrazione, grazie agli insegnamenti di Mr. Zeman, autentico maestro di calcio sbarcato sulle rive dell’Adriatico, che potrebbe favorire la crescita del giovanissimo talento pescarese, sia dal punto di vista fisico, che da quello “tattico”.
LA SVOLTA CON ZEMAN - Infatti il 4-3-3, marchio di fabbrica del boemo, sembra perfetto per poterlo provare nella posizione forse più adatta a sfruttare a pieno le sue caratteristiche, quella di regista arretrato "alla Pirlo", con due mezzali ai suoi fianchi per coprirlo ed aiutarlo in fase difensiva. Al centro del campo si trova, infatti, più spesso nel vivo del gioco, arrivando a toccare molti più palloni ed avendo così la possibilità di illuminare il gioco della squadra con le sue splendide verticalizzazioni. Inoltre il ragazzo è anche dotato di notevole intelligenza tattica (oltre che di una insospettabile grinta) e di un’ottima protezione della palla. Forse deve ancora crescere un po’, oltre che nella tenuta atletica, anche nel senso della posizione, per riuscirsi ad affermare pienamente in un ruolo così delicato. Però vale assolutamente la pena tentare. In Italia, infatti, il ruolo è stato accantonato per troppi anni, nei quali la tendenza dominante è stata quella di impostare un centrocampo prettamente muscolare, capace di distruggere il gioco per poi cercare di ripartire, e non di costruire la manovra per “mantenere il pallino” della partita. Ma adesso, complici anche le batoste prese dal nostro calcio nelle Coppe Europee (ed agli ultimi Mondiali) e gli unanimi consensi suscitati dal magnifico gioco mostrato dal Barcellona e dalla Spagna (con Xavi comune denominatore delle due squadre), il ruolo sembra essere stato finalmente riscoperto. E si vede quanto ti possa cambiare la vita avere come fulcro della propria manovra Felipe Melo o Pirlo….
FUTURO IN SERIE A - La concorrenza nel ruolo in Italia non è quindi attualmente così agguerrita e la giovane promessa pescarese, se riuscisse a compiere il definitivo salto di qualità che tutti gli appassionati attendono fiduciosi, potrebbe avanzare validamente la sua candidatura a livello nazionale come erede designato di Pirlo per gli anni a venire. Per la felicità oltretutto della società biancazzurra che si troverebbe in casa un autentico tesoro (attualmente la sua valutazione si aggira sul milione e mezzo di euro per la metà del cartellino) per potersi assicurare un futuro economicamente florido .
Gianfranco De Fanis