“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Vasto. Crack da 4 milioni
Sette imprenditori denunciati per bancarotta fraudolenta di 3 società. La Finanza: «Distratti di beni e denaro».
SETTE IMPRENDITORI DENUNCIATI PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA. Nei primi tre mesi del 2013 le Fiamme Gialle della Compagnia di Vasto, su delega della Procura della Repubblica di Vasto, hanno svolto indagini in materia di reati fallimentari riguardanti società di capitali. L’inchiesta si è concentrata su tre società del vastese, fallite di recente, i cui amministratori sono stati denunciati per bancarotta documentale e distrattiva. Le persone coinvolte nella vicenda sono sette: avevano ruoli di amministrazione di diritto e di fatto in seno alle tre società.
PASSIVO DA 4 MILIONI. Il passivo fallimentare delle società, distratto dagli amministratori, accertato ammonta complessivamente ad 3.962.420 euro, di cui 1.150.000 euro in denaro contante e 450.000 euro in beni strumentali ed attrezzature varie.
I NUMERI DELLA GDF NEL 2012. L’attività investigativa conclusa nell’anno corrente dalle Fiamme Gialle è il naturale proseguimento di quella avviata nel 2012 che ha permesso di denunziare 25 amministratori di diritto e di fatto resisi responsabili di aver sottratto complessivi 3.048.850 euro dall’attivo fallimentare a danno dei creditori, a fronte di un passivo fallimentare complessivamente pari a 11.023.200 euro
LA PENA: RECLUSIONE DA 3 A 10 ANNI. La condanna per tale reato prevede l’applicazione della reclusione da 3 a 10 anni ed anche l’inabilitazione ad esercitare impresa o ricoprire incarichi direttivi di imprese per 10 anni. «Fare impresa - spiegano i Finanzieri di Chieti - comporta dei rischi che possono condurre le aziende, specie in periodi di crisi come quello attuale, a stati di insolvenza che sovente determinano l’applicazione di procedure concorsuali come il fallimento. Far ricorso a procedure concorsuali, distraendo fraudolentemente la contabilità o beni dell’attivo patrimoniale dell’impresa - aggiungono - non solo costituisce reato, ma anche una seria distorsione del sistema economico in cui operano le altre imprese che agiscono nella legalità in una condizione di svantaggio a causa della concorrenza illegale di aziende simili».
Redazione Independent