“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Una volta eravamo più felici
Il graditissimo ritorno su AbruzzoIndependent.it del giornalista, scrittore e corrispondente dagli USA. Benny Manocchia stavolta scrive della vita e del passato duro ma umano
QUANDO ERAVAMO FELICI. Caro Direttore, qualche volta mi chiedo: eravamo piu' felici noi da ragazzi o i giovani oggi? Noi eravamo indubbiamente poveri, spesso non si mangiava. Eppoi c'era la guerra, quella vera non quella che ci fa vedere Hollywood. Bombe vere che schiacciavano le case come scatole di cartone. Ore e ore trascorse nei rifugi dove riuscivamo a mangiare un frutto, una foglia di insalata. C'era la carta annonaria, mezzo chilo di pane a testa. Pero' il fornaio aggiungeva polvere di marmo nella farina per rendere le fette piu' pesanti. Si sentiva la polvere sotto i denti. Uova? Niente. Carne? Qualche volta ci facevano mangiare poveri gatti dicendo che erano lepri. In campagna cercavamo di rubare qualche mela, ma il contadino ci sparava addosso con cartucce caricate a sale. Mirava al fondo schiena. Se ti beccava, un dolore... Tuttavia non era il cibo il principale problema delle nostre vite infantili. Mio padre preso di mira dai nazisti, mio fratello Lino prigioniero in Germania. E poi le bombe. Una prese in pieno la nostra casa, mentre mio padre mi teneva per mano Lui mori' all'istante, io ferito passai 70 giorni in ospedale con tredici schegge nel mio corpo di bambino di nove anni.. Certo, corrono i tempi. Dopo il 2000 la palma di "mammoni" che per decenni e' stata prerogativa di noi italiani, e' passata ai "millennials" (giovani dai 18 ai 29 anni) made in USA. Il 43% d loro vive con i genitori: mamma che cucina e lava, qualche volta molla dieci dollari al figlio che non lavora. Percentuale piu' alta per i maschi. Allora, caro Direttore, eravamo piu' felici noi ragazzi della fine del secondo millennio, o quelli di oggi, Certo ci mancava la felicita' materiale, pero' avevamo abbondanza di affetto delle famiglie, dell'avere pochi ma buoni amici veri. Oggi in America i giovani appaiono sfiduciati. E in Italia?