“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Una vita tranquilla?
«... ma chi la vuole? Nonostante le follie e le assurdità è meglio viverla da protagoniste. Fidatevi di me, ragazze!»
UNA VITA TRANQUILLA....a volte piacerebbe anche a me, ma davvero tanto, essere “una qualsiasi”. Non è che voglia peccare di presunzione. Lungi da me. Ma se mi soffermo a pensare a me stessa, alle cose che mi circondano ed ai rapporti che instauro, allora non riesco proprio a catalogarmi nel gruppo di persone che ESISTONO. Che mi ha preso? Ve lo spiego subito. Giorni fa stavo lamentandomi con la mia fedele amica dell'ennesima folle, stancante, impossibile situazione che mi era capitata. Così le ho domandato: «Ma perchè non sono una persona con una vita più semplice?. Perchè non posso angosciarmi, magari solo per un'unghia spezzata, piuttosto che farmi tutte le “seghe mentali” - perdonate il francesismo -dalle quali a volte non riesco nemmeno a venire fuori?». E, mentre parlavo, parlavo e riflettevo sull'universo, sul cosmo, sul destino delle donne, etc etc.. ho avuto l'illuminazione. Il destino di ciascuno di noi dipende da tanti fattori: dalla personalità, dalla fortuna o dalla sfortuna e che ciascuno può avere il ruolo di spettatore oppure di protagonista della propria vita. Banale? Certo. Ma è la cosa più sensata da dire ad una vuole vivere la vita da protagonista: e, quindi, anche avere a che fare con persone, situazioni, emozioni "anomale" debba essere la routine.
UN ATTEGGIAMENTO RISCHIOSO? Pensavo tra me «Vuoi delle emozioni forti, indimenticabili, speciali oppure vuoi che tutto passi attraverso le tue mani senza nemmeno toccarle?» Di gran lunga preferisco la prima opzione. Ma spesso questo atteggiamento nei confronti della vita è rischioso perchè, se sono vere tutte questioni dell'equilibrio di energie (Yin e Yang = Dare ed Avere) allora ad una grande emozione corrisponde una grande delusione uguale e contraria. E, altro che terzo principio della dinamica. Qui si parla proprio forse di uno dei dogmi fondamentali per quelli che, come la sottoscritta, hanno scelto la “responsabilità” di buttarsi anche nel vuoto pur di provare quella meravigliosa scarica di adrenalina che si prova nel abisso e nel precipizio. E, se poi non trovi un materasso che possa attutire il tuo “colpo”? Beh in quel caso, ti farai anche del male. Tanto male, che sembrerà di non venirne più fuori e passerai un periodo più o meno lungo di convalescenza. Ma ti rialzerai di nuovo e le ferite, le cicatrici che rimarranno, serviranno a ricordarti magari che la prossima volta dovrai avere qualche accortezza in più, prima di fare il salto. Chiaro, no? E sicuramente sarà doloroso. Sembrerà tutto brutto: come vivere in un tunnel senza uscita ma prima o poi arriverà di nuovo un qualcosa. E ti farà tornare a stare bene e ad aver voglia di rimetterti in gioco, solo per il puro piacere di provare quelle emozioni indescrivibili.
OCCHI DIVERSI SUL BUIO. Col tiempo - Sì, esatto: in spagnolo! - ho imparato a guardare il “momento buio” con occhi diversi. Ora lo vivo come una fase in cui crescere e da cui imparare ad essere una donna migliore, giorno dopo giorno. Ho anche capito che viaggiare di fantasia e di ricordi, perchè è quello che ti rimane da fare, a volte, può salvarti la vita perchè non c'è più nient'altro. Ricordatevelo: è un vecchio, povero, ma funziona sempre! Perciò vi dico che, seppure questo mio atteggiamento “da protagonista” sfrontata possa anche infastidire, se dovessi morire anche domani sarei certa di aver fatto di tutto pur di riuscire a provare delle emozioni pazzesche: quelle che ti tolgono il respiro e ti fanno sognare e ricordare anche per anni interi. Della straordinaria fantasia che ha la vita se solo le diamo la possibilità di esprimersi e di cambiare anche improvvisamente le carte in tavola, che sia la partita vincente oppure quella dove potrete perdere anche la casa... PROVARE PER CREDERE!
SARO' CHIETINA MA D'ANNUNZIO.... E poi, non sarò una sua fan sfegatata ma D'Annunzio mi ha insegnato che “bisogna fare la propria vita come si fa un'opera d'arte”, ed io vorrei che la mia fosse un quadro con i colori carichi di Van Gogh, la fantasia di Dalì, il realismo di Frida Kahlo e l'astrattismo di Kandinsky che si equilibrano, con l'intensità espressiva di Shiele, con la tecnica di Leonardo da Vinci, con la metafisica di De Chirico e con la molteplicità dei punti di vista di Picasso... chiedo forse troppo? Secondo me questa è la strada giusta. Non siete d'accordo, ragazze? Secondo me, in fondo in fondo, sì. (Foto by Carlotta Mega)