“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Una storia di onore e gloria
Il 5 dicembre del '43 nasceva a Casoli la Brigata Maiella: partigiani senza partito e soldati senza stellette
IL COMPLEANNO DELLA BRIGATA MAIELLA. «Siete duri come le pietre della vostra montagna». Con queste parole, agli sgoccioli della seconda guerra mondiale, i partigiani di Asiago hanno accolto i "fratelli d'armi": i soldati della Brigata Maiella. Ma chi erano questi soldati stranissimi? Provenivano dal cuore dell'Italia, il piccolo Abruzzo. Indossavano divise brutanniche ma erano inquadrati nel ricostituito esercito Italiano. Avevano sulle spalline regolari gradi militari ma non portavano le stellette che, invece, erano sostituite da mostrine col tricolore. Sil braccio, infine, uno scudetto col profilo bianco della terra d'origine, la Maiella, e lo sfondo azzurro del cielo d'Abruzzo. Quella Brigata - che si era costituita il 5 dicembre del 1943 a Casoli per volere dell'avvocato socialista Ettore Troilo - come banda partigiana, aveva conquistato la fiducia dell'esercito inglese, con cui aveva combattutto fianco a fianco.
UNA BRIGATA APARTITICA. La formazione della Brigata Maiella era apartitica. I suoi componenti, infatti, provenivano dalle più disparate estrazioni sociali (contadini, impiegati, operai, avvocati) e di diversa convinzione politica. Ma non avrebbero mai giurato fedeltà ai Savoia che ritenevano responsabili del disastro in cui era precipitata l'Italia. Scacciati i nazifascisti dall'Abruzzo, la banda non si sciolse e decise di continuare la guerra di liberazione del paese. I "maiellini" saranno per otto mesi filati in prima linea, nei ranghi della VIII Armata, al fianco dei polacchi del II Corpo d'armata, dopo essere stati inquadrati fino al giugno del 1944 nel V Corpo britannico.
LIBERARONO BOLOGNA E NON SI FERMARONO PIU'. I soldati della Brigata Maiella sono stati i primi ad entrare nella città di Bologna ed a liberarla. Sventolarono il tricolore sotto le Due Torri ed in piazza Maggiore. Poi, proseguirono fino ad Asiago, fino ai confini dell'Italia per cacciare il nemico nazifascista. L'epopea della Brigata Maiella si concluse nel maggio del 1945. E' stata l'unica formazione partigiana decorata con la medaglia d'oro al valore militare.
PARAGONATI AI MILLE DI GARIBALDI. Gian Carlo pajetta, nell'aprile del 1990, scriverà «Sembra davvero - non può essere soltanto un'immagine retorica - che la Brigata Maiella, la quale contava al momento della sua massima forza poco più di mille combattenti, fosse i Mille che tornavano: tornavano per fare diventare realtà quegli ideali di libertà e giustizia cui avevano preparato il terreno i bergamaschi partiti con Garibaldi verso il Sud e la Sicilia». Un storia gloriosa di cui ogni cuore abruzzese deve andare fiero.
PER SAPERNE DI PIU'. Per conoscere l'incredibile storia della Brigata Maiella, e comprendere quello che è stato il ruolo di un gruppo di soldati dell'Abruzzo durante la Seconda Guerra Mondiale, si può leggere il bellissimo libro scritto dallo storico/giornalista Marco Patricelli, 2005 Utet, "I Banditi della Libertà". Non ve ne pentirete.
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