“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Una ferocia impressionante
Duplice omicidio di Vasto. L'assassino che ha massacrato i genitori è guardato a vista in carcere: si teme il suicidio
DUPLICE OMICIDIO VASTO. UNA FEROCIA INAUDITA. Che cosa ha fatto scattare la follia assassina nella mente di Marco Del Vecchio, 37 anni, disoccupato di Vasto, sabato pomeriggio, tra le ore14 e le 16? E' vero che il giovane soffriva di problemi legati alla tossicodipendenza ma troppa la ferocia ha armato la sua mente, oltre che la mano assassina, in quei concitati e terribili momenti di morte. I genitori, due anziani di 78 e 72 anni, sono stati massacrati con decine di coltellate; ed i loro corpi follemente nascosti sotto il letto, quasi a volere nascondere la vergogna di un gesto così disumano verso coloro che ti hanno dato la vita. Sarà l'autopsia dell'anatomopatologo Pietro Falco, incaricato dalla Procura di Vasto, a stabilire quante volte Marco ha conficcato la lama nel corpo di Emidio Del Vecchio ed Adele Tumini. Stando alle prime indiscrezioni - si parla di 30 coltellate inferte alla madre e 30 al padre - è evidente che il giovane soffrisse di una psicosi ossessiva ed un disturbo violentissimo della personalità, amplificati dal connubio devastante droga e inoccupazione professionale.
IN CARCERE E' GUARDATO A VISTA. Catturato, domenica verso le 11 del mattino, mentre vagava in stato confusionale nel centro storico di Vasto. Appena il 37enne ha visto i carabinieri ha reagito male sferrando una testata ad un militare. Stessa scene in caserma dove ha tentato più volte di divincolarsi e tentare un'improponibile fuga. Poi, in serata, è stato rinchiuso nel carcere di Vasto dove ora è in isolamento ed è guardato a vista. Si teme, infatti, che possa compiere un gesto estremo come è già successo al 27enne di Manoppello, in provincia di pescara, Valentino Di Nunzio. Anche in quel caso il giovane uccise la madre, sgozzandola con un coltello da cucina; in carcere tentò di togliersi la vita ma rimase paralizzato. Mor, qualche settimana dopo, mentre era ricoverato nell'ospedale psichiatrico di Teramo in conseguenza delle ferite riportate nel tentato suicidio in cella.
Marco Beef