UN TOPO ALLA CASA BIANCA. Alla Casa Bianca, dove alloggia il presidente degli Stati Uniti, lavorano piu' di duecento persone. Un terzo per tenere le 132 stanze, molte delle quali di rappresentanza, in perfetto ordine. Agli inizi del 1963 erano in arrivo il nostro presidente della Repubblica, Antonio Segni, e il primo ministro di allora, Amintore Fanfani. Il presidente Kennedy soffriva di forti dolori alla schiena (un regalo della guerra, lo accompagno' per tutta la vita) che in quel periodo lo costringevano a usare le stampelle.
L'avvenimento non era seguito in diretta. La Rai aveva pianificato di far filmare l'incontro. La pellicola poi sarebbe stata consegnata all'aeroporto Idlewild di New York nelle mani del pilota dell'Alitalia al comando del volo della sera, per essere infine consegnata all'arrivo a Roma il mattino successivo. Il giornalista Alberto Luna, al seguito dei politici italiani, non poteva farlo perche' doveva continuare a seguire gli eventi. Luna mi chiese di dargli una mano: ogni giorno avrei dovuto prendere l'aereo da Washington a New York e consegnare il film all'Alitalia. In un primo momento pensai di declinare la proposta, poi mi dissero che mi avrebbero assegnato un libero accesso alla Casa Bianca come "giornalista estero in visita". Non ero mai stato nelle sale della Casa Bianca ed ero curioso. Quindi dissi di si'. C'erano un po' tutti, da Ruggero Orlando in giu'. Con una giovane cronista visitammo molte stanze. Molte si capiva erano vecchiotte. La prima "traversata" Washington-New York ando' bene. I voli-navetta di quei giorni non rispettavano gli orari. La prima volta rientrai a Washington alle tre di notte. Il giorno dopo, nel salone delle conferenze, cercai di piazzarmi alle spalle di Kennedy e di Fanfani, a una certa distanza, naturalmente. Kennedy strinse la mano a tutti noi. Non mi sfuggi' un particolare: il presidente indossava un completo blu i cui pantaloni mostravano i classici riflessi del tessuto usato e riusato.
Come un fulmine, un bel topone grigio percorse la sala da sinistra verso destra, rasente lo zoccolo di legno sulla base del quale poggiavano le tende e le bandiere. Fu come il passaggio di una Ferrari su un rettilineo: un attimo e il topo spari'. Piu' tardi il cineoperatore si lamento' del fatto che aveva perduto l'occasione per un colpo giornalistico. Un topo alla Casa Bianca? Pero' io l'avevo visto, quel topo grigio, nella sala delle conferenze della Casa Bianca. Era un giorno di gennaio del 1963. Dieci mesi prima che John Kennedy venisse assassinato a Dallas.
Benny Manocchia