“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Un Paese ingovernabile
Il centrosinstra vince di un "soffio" alla Camera ma non sfonda al Senato. Accordo con Berlusconi o voto?
IL PD VINCE ALLA CAMERA MA AL SENATO NON C'E' MAGGIORANZA. E' stata una campagna elettorale piena di sorprese a cominciare dall'astensionismo: si è recato alle urne solo il 74,57% degli aventi diritto contro il 78,62% delle politiche del 2008. Eppure era opinione comune che l'offerta elettorale mai così ampia come ora avrebbe convinto molti a non disertare le urne. Un altro elemento
di sorpresa è costituito dalla scomparsa di una serie di piccoli partiti che non hanno raggiunto la soglia dello sbarramento del 4% alla Camera e dell'8% al Senato. Deludono sia "Rivoluzione Civile" di Ingroia che "Fare per fermare il declino" di Oscar Giannino che difficilmente avranno rappresentanti in Parlamento, deludono tutti i partitini della galassia di destra e deludono il FLI di Fini e l'UDC di Casini che fanno parte della coalizione che fa capo a Monti che si attesta su un modesto 10% circa, infine delude la SEL di Vendola con uno sconfortante 3-4%. Lo stesso PD di Bersani che ha vinto di un soffio alla Camera (29,53% contro 29,15%) e al Senato (31,6% contro 30,66%), si aspettava risultati
migliori. Gli unici ad essere soddisfatti sono stati Beppe Grillo e l'immarcescibile Silvio Berlusconi, che Bersani avrebbe voluto "smacchiare il giaguaro", ma che evidentemente non sapeva che sotto il giaguaro Berlusconi, avrebbe trovato un "leone", come gli ha fatto sapere il Cavaliere.
IL SUCCESSO DI GRILLO DOVUTO AI VOTI DELLA SINISTRA. Tutti si aspettavano il successo di Beppe Grillo, sia pure non in queste dimensioni, ma certamente non erano in molti quelli che avevano previsto un'emorragia di voti dal PD-SEL al M5S. Il centro sinistra viene così sanzionato dal proprio elettorato, che evidentemente non ha gradito l'appoggio che Bersani ha dato alla politica di austerità
di Monti. I dati sembrano confermare che la coalizione di centro sinistra avrà la maggioranza, sia pure risicata alla Camera - 29,53% contro 29,15% - , mentre al Senato invece sarebbe in sostanziale
pareggio sia pure con una leggera prevalenza. A "Palazzo Madama" il centro sinistra è accreditato con un 31,60% contro un 30,66% del centro destra. Si profila un pareggio che in base alla legge elettorale "porcellum", renderà l'Italia ingovernabile.
GOVERNO DI LARGHE INTESE O RITORNO ALLE URNE? Se i dati elettorali provvisori verranno riconfermati, una riedizione di un governo dalle "larghe intese", potrebbe essere da prendere in considerazione, nonostante il nyet di Bersani e Berlusconi. Se si esclude che il M5S, come Grillo ha sempre dichiarato, possa partecipare a qualsivoglia maggioranza di governo, e considerato che il PD e Monti da soli probabilmente non avranno la forza numerica per essere maggioranza alla Camera e al Senato, l'alternativa potrebbe essere il ritorno alle urne, che però difficilmente sposterebbe sensibilmente risultati elettorali di oggi. Dunque che Fare? Nei prossimi giorni, quando saranno
anche disponibili i dati delle regionali, sarà più agevole capire quale sarà l'orientamento dei partiti.
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