“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Tutto sotto controllo?
Petrolio in mare tra Abruzzo e Molise. Ecco le prove dell'inquinamento: le immagini shock diffuse dal Wwf
L'ALLARME DI DE SANCTIS. Allarmatissimo è Augusto De Sanctis, presidente della Stazione Ornitologica Abruzzese. «L'associazione che presiedo - spiega De Sanctis - svolge i censimenti da circa 20 anni e possiamo dire che finora non avevamo mai verificato un fenomeno di tale entità, con decine di individui interessati. E' evidente che vi è stato un problema in mare, a nostra avviso iniziato da sabato/domenica quando abbiamo osservato i primi individui sporchi di idrocarburi nell'area. Tra lunedì e martedì vi è stato un forte incremento nel numero di esemplari coinvolti. Ovviamente il numero di individui impattati dal fenomeno cresce all'aumentare delle ore di presenza dell'inquinante e della superficie di mare coperta dal film oleoso. Domenica completeremo un primo check lungo la costa tra Pescara e Termoli e per lunedì sarà pronta una relazione sul fenomeno osservato. Mercoledì siamo stati finalmente contattati dalla Capitaneria di Porto che è venuta con noi sul campo, rendendosi così conto della reale situazione di contaminazione della fauna in atto. In ogni caso, in considerazione delle gravi condizioni di diversi individui, vistosamente in difficoltà, e del fatto che questo tipo di contaminazione esplica i suoi effetti in alcuni giorni, è necessario prevedere un costante monitoraggio almeno per un'altra settimana. Tutto ciò anche per soccorrere, se possibile, gli esemplari e raccogliere eventuali carcasse. Certo è che un danno concreto vi è stato e ha riguardato decine e decine di animali, tenendo anche in considerazione che possiamo osservare solo una parte degli uccelli presenti effettivamente nella zona. Per ora abbiamo osservato solo gabbiani comuni e reali ma su alcune specie, anche molto più rare, è più difficile evidenziare una contaminazione, perché, ad esempio, alcune di queste si avvicinano di meno alla costa o sono più difficili da osservare. Ricordo che l'area ospita specie anche molto rare, come le berte maggiori, che nidificano in primavera alle Tremiti e che non si avvicinano alla costa alimentandosi in mare aperto. Pertanto quello che osserviamo è solo la punta dell'iceberg»