“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Tunisia. Ucciso Chokri Belaid
Il leader dell'opposizione laica brutalmente assassinato. Scontri in piazza: è la fine della "Primavera Araba"?
CRISI IN TUNISIA DOPO L'OMICIDIO DEL LEADER DELLA SINISTRA LAICA. I mandanti dell'assassinio del leader dell'opposizione in Tunisia Chokri Belaid, con questo ennesimo grave atto di violenza, mostrano di voler bloccare definitivamente la "primavera araba", ed imporre un regime islamico fondamentalista anche a costo di scatenare una violenta guerra civile. La rivoluzione araba, che investì tutto il Nord Africa, ebbe inizio proprio in Tunisia due anni fa con "La Rivoluzione dei Gelsomini" il 17.12.2011 quando Mohamed Bouzai si dette fuoco davanti ad una sede del governo allora controllato da Ben Alì. Il brutale omicidio è l'atto culminante di ripetute di violenze perpetuate dai miliziani della Lega per la protezione della Rivoluzione, movimento fiancheggiatore del partito governativo islamista Ennahda. I raid della Lega hanno preso particolarmente di mira le sedi del partito di sinistra laica di recente formazione "Nidaa Tounes". Infatti Chokri Belaid era un influente leader di questo partito che prende il nome da Nidaa Tunes un oppositore al regime assassinato nello scorso mese di ottobre, si sospetta, da sicari della Lega per la difesa della rivoluzione.
VIOLENTI SCONTRI TRA MANIFESTANTI E POLIZIA. La protesta popolare per l'esecuzione del leader di sinistra ha scatenato reazioni violente nelle principali città tunisine dove gli scontri tra manifestanti e polizia sono all'ordine del giorno. I partiti di opposizione in segno di protesta hanno deciso di far dimettere i propri rappresentanti nell'Assemblea costituente e di indire uno sciopero generale in concomitanza con la celebrazione dei funerali di Belaid. Il primo ministro Hamadi Jebali nel tentativo di calmare le acque ha promesso un governo di transizione formato da tecnici. Lo stesso presidente tunisino Monsef Marzouqi è precipitosamente rientrato a Tunisi cancellando la sua partecipazione al vertice islamico del Cairo iniziato oggi.
GLI OSSERVATORI: SOLO UNO SCONTRO TRA OPPOSTE FAZIONI ISLAMICHE. L'Occidente, a parte le affermazioni di viva preoccupazione di Hollande e Obama, non sembra particolarmente interessato dalla crisi tunisina la cui responsabilità, un pò troppo semplicisticamente, viene fatta risalire ai conflitti tra islamici moderati e islamici fondamentalisti conflitti che pure esistono. In realtà, tuttavia, pochi occidentali si rendono conto che un fattore scatenante della crisi che investe tutto il nord Africa è rappresentato dalla disoccupazione e dalla mancanza di lavoro conseguenti alla situazione economica che in quella parte del mondo assume connotati ben più gravi che nei paesi occidentali e che offrono ampi margini di intervento agli islamisti fondamentalisti e perfino alle numerose diramazioni terroristiche come Al Qaeda di essere attivi nel nord Africa.