“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Truffa da 50mila euro
Un camionista e due benzinai frodano una ditta di trasporto angolana. Estraneo il titolare dell'impianto
UNA TRUFFA DA POCO - Nei guai un camionista di 59 anni, residente a Silvi, ed un benzinaio di 43 anni, residente a Pescara. I Carabinieri della Compagnia di Montesilvano li hanno arrestati per il reato di truffa aggravata e continuata. Avevano architettato un ingegnoso sistema per truffare la compagnia di trasporto, presso la quale lavorava uno degli indagati, attraverso rifornimenti di carburante fittizi. Problemi anche per un altro benzinaio, impiegato nello stesso impianto dell'altro indagato, non presente al momento del blitz di questa mattina. Si tratta di un uomo di 47 anni di Città Sant’Angelo che è stato denunciato a piede libero.
LE INDAGINI DI MARINELLI- Le indagini, coordinate dal capitano Enzo Marinelli, hanno preso spunto dalla denuncia di un imprenditore che, a seguito di controlli amministrativi, ha riscontrato una anomalia nei consumi di carburante di uno dei suoi camion e ha deciso di chiedere ai Carabinieri di andare a fondo. Per i rifornimenti di questo mezzo, ha riferito l’imprenditore, veniva utilizzata quasi giornalmente la carta di credito carburante presso un distributore ma le ricevute di questi acquisti non venivano mai consegnate in ufficio e, nonostante ciò, la ditta si vedeva regolarmente addebitate con fattura le somme relative. I Carabinieri hanno effettuato quindi degli accertamenti e ieri hanno anche promosso un pedinamento, che ha portato ai due arresti e alla denuncia.
RIFORNIMENTI ECCEZIONALI - Il camionista accusato di effettuare rifornimenti eccezionali è stato seguito con discrezione dai militari dell’Arma lungo il suo tragitto, fino a quando si è recato in un distributore che però non risultava fra quelli convenzionati con la ditta per cui lavora. Una volta sceso dal mezzo si è recato al bar mentre il benzinaio, dipendente della società che gestisce l’impianto di benzina, ha inserito la pistola nel serbatoio del mezzo ma di fatto non ha erogato un solo litro di carburante. Dopo il finto rifornimento ha proceduto al pagamento, cioè alla transazione con la carta, addebitando la somma di 240 euro. A quel punto il camion è ripartito e i Carabinieri sono intervenuti bloccando il mezzo per controllare sia il serbatoio del veicolo che la colonnina del distributore. Si è capito così che tra il camionista e il benzinaio c’era un accordo in base al quale venivano effettuate operazioni fittizie di rifornimento per un importo medio di 240 euro, da addebitare sulla carta carburante. Contestualmente alla transazione con la carta, una somma in contanti di pari importo veniva materialmente prelevata dalla cassa del distributore e suddivisa tra l’autista (a cui andava il 50 per cento) e i due benzinai dipendenti dell’impianto ( a cui andava l’altro 50 per cento). Nel corso della giornata i due benzinai provvedevano a far quadrare i conti man mano che venivano effettuati rifornimenti pagati in contanti in modo da far corrispondere le quantità di carburante erogate con gli importi incassati.
TRUFFA DA 50MILA EURO - Da una prima verifica da parte della ditta di camion di Città Sant’Angelo, la truffa supera i 50 mila euro mentre gli accertamenti sul titolare dell’impianto di distribuzione hanno escluso un suo coinvolgimento. Gli arrestati, trattenuti presso le celle di sicurezza del Comando di Montesilvano, questa mattina saranno processati per direttissima
Reda. Independent