Tre anni fa il delitto Neri, un omicidio ancora senza movente

Il 5 marzo 2018 il giovane italovenezuelano di Villa Raspa venne prelevato da una macchina e portato nelle campagne pescaresi per essere ucciso con due colpi di pistola

Tre anni fa il delitto Neri, un omicidio ancora senza movente

IL MISTERO DELL'OMICIDIO DI ALESSANDRO NERI. Sono già passati tre anni dalla morte di Alessandro Neri ventottenne trovato cadavere l’8 marzo 2018, dopo tre giorni di ricerche, tra le sterpaglie del Fosso Vallelunga a Pescara. Da allora sono proseguite senza sosta le indagini volte ad accertare le responsabilità della morte del giovane italovenezuelano residente con la madre e la sorella a Villa Raspa. La sua fine tragica con due colpi di pistola, uno al torace ed uno legale alla testa, hanno dato il via ad una caccia all’assassino o al mandante del delitto (oppure a entrambi) finora senza che il Pm Luca Sciarretta, titolare del caso, abbia potuto iscrivere un solo nome sul registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario. Durante le attività investigative anche i Carabinieri del ROS, reparto dell’Arma specializzato nella lotta al crimine, traffico di droga ed altri reati contro persone e patrimonio, avrebbero indicato nella pista (non confermata da elementi certissimi) degli stupefacenti e delle amicizie pericolose l’humus nel quale sarebbe maturato questo tragico delitto. Alessandro Neri detto ‘Nerino’ viene descritto nella conferenza stampa del 15 gennaio 2019 come un ragazzo «contiguo ad un ambiente criminale» e «che faceva affari con la droga» ma non era uno spacciatore. «Investiva», almeno questa é l’idea riportata all’epoca dagli investigatori alla stampa, «somme di denaro di cui disponeva con lo scopo di aiutare la famiglia a ritrovare la serenità economica». Addirittura sembrerebbe che la giovane vittima avesse acquistato, in comproprietà con uno degli arrestati nell’ambito di una operazione antidroga nel quartiere San Donato, una pistola calibro 9×21, come a sigillo di un patto non meglio precisato. Insomma, come dire, tanti indizi ma poca sostanza. Negli ultimi giorni sarebbe tornato alla ribalta la questione della Opel Meriva bruciata nella notte tra il 5 e il 6 marzo, a poche ore dall’omicidio di Neri e che i carabinieri si erano andati a prendere quasi subito dallo sfasciacarrozze dove il proprietario aveva portato la carcassa poi finita sotto la lente di ingrandimento dei Ris. Infine, secondo quanto riportato dal quotidiano ‘Il Centro’ nell’articolo a firma di Maurizio Cirillo, proprio negli ultimi giorni. I sarebbero stati degli sviluppi abbastanza significativi. Ovvero che gli investigatori della caserma dei carabinieri di Montesilvano, nel massimo riserbò delle indagini, avrebbero individuato un uomo, una persona che avrebbe ‘in qualche modo’  informazioni dettagliate sui misteri di questo delitto inspiegabile e che grida giustizia. Chi ha ucciso il povero ‘Nerino’ in quel modo brutale - in pratica una esecuzione - é ancora a piede libero e questo francamente é insopportabile per la famiglia, gli amici del quartiere e della Curva Nord, i tutti noi cittadini spoltoresi.


Redazione Independent