Trasferisce fabbrica in Romania per evadere

Scoperti ricavi non dichiarati per oltre 120 milioni: nei guai un imprenditore teatino DEL SETTORE TRASPORTI

Trasferisce fabbrica in Romania per evadere

SCOPERTI RICAVI NON DICHIARATI PER OLTRE 120 MILIONI DI EURO. Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Chieti, a seguito di complesse attività di indagini di polizia giudiziaria, delegate dalla Procura della Repubblica di Chieti, ha individuato l’esistenza di una Stabile Organizzazione occulta in Italia di una società con sede in Romania.

COS'E' LA STABILE ORGANIZZAZIONE OCCULTA. La stabile organizzazione è un istituto di diritto tributario che impone alle società estere, che operano in Italia tramite una sede fissa, di dichiarare al Fisco italiano tutti i ricavi ottenuti nel territorio dello Stato. In questo caso, un imprenditore teatino, attivo nel settore del trasporto merci su strada, al fine di sottrarsi al pagamento delle imposte, aveva pensato di trasferire in Romania la sede legale della sua azienda e continuare a operare in Italia esattamente come aveva sempre fatto. Evidentemente riteneva che fosse sufficiente trasferire formalmente la sede legale all’estero per diventare automaticamente soggetto estraneo al Fisco italiano ma non aveva fatto i conti col principio prevalente del diritto internazionale tributario per il quale “la sostanza prevale sulla forma”.

LA SEDE ERA IN ROMANIA MA LE ATTIVITA' IN ITALIA. La società in questione, infatti, pur avendo trasferito la sede legale in Romania, nel periodo dal 2008 al 2012, ha continuato ad operare in Italia utilizzando una struttura ubicata nel territorio teatino, dotata di lavoratori, immobili, macchinari, impianti e attrezzature varie. L’attività investigativa in questione ha avuto origine da una proficua collaborazione instaurata tra Guardia di Finanza e Polizia Stradale.

AUTISTI ROMENI SU TIR ITALIANI. Gli agenti della Polizia Stradale, infatti, in più di un’occasione, nell’ambito controlli effettuati su strada, avevano identificato autisti di nazionalità romena, dipendenti di società romene alla guida di camion italiani. Tali verbali, formalmente regolari, erano stati trasmessi alla GdF di Chieti per le opportune valutazioni. Prendendo spunto dall’esame di quei verbali, i Finanzieri hanno scoperto che dietro una parvenza di apparente regolarità, si celava una complessa architettura societaria finalizzata all’evasione fiscale internazionale. La verifica avviata ha consentito al Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Chieti, di constatare, negli anni d’imposta dal 2008 al 2012, ricavi non dichiarati per circa 120 milioni euro, IVA per circa 24 milioni, l’utilizzo di 720 lavoratori irregolari, per i quali la società non ha mai versato i contributi previdenziali ed assistenziali, né quelli a carico del dipendente né quelli spettanti all’impresa per un totale di 5 milioni di euro di oneri contributivi omessi.

BLOCCATO CREDITO IVA PER 6 MILIONI. Grazie alla verifica intrapresa ed ai contatti avviati con l’Agenzia delle Entrate, è stato anche possibile bloccare un credito d’IVA di oltre 6 milioni di euro che la società stava per riscuotere. La società, infatti, essendo registrata come soggetto estero non aveva l’obbligo di fatturare con IVA e di conseguenza aveva avanzato la richiesta di recuperare l’IVA per cui aveva maturato il diritto alla detrazione.

DENUNCIATI I RAPPRESENTANTU LEGALI. I legali rappresentanti della Stabile Organizzazione occulta in Italia della società non residente sono stati denunciati all’A.G. inquirente per il reato di cui all’art. 5 del D.Lgs. n. 74 del 2000, per aver omesso la presentazione della dichiarazione annuale, sia ai fini delle imposte dirette, sia ai fini dell’IVA. Gli stessi sono stati denunciati anche per il reato di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico di cui all’art. 483 del C.P., per aver formato ed esibito agli organi di Polizia di Stato richiedenti falsi moduli di attestazione di attività e documenti ingannevoli, al fine di evitare nell’immediatezza dei controlli stradali. 

Redazione Independent