“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Tonino, ma che c'azzecca?
Bufera sull'Idv dopo la puntata di Report sulle case di famiglia. Di Pietro: «Siamo morti. Tifo per Grillo»
ATTACCO MEDIATICO ALL'IDV. Il voto siciliano ha praticamente affossato Di Pietro e l'Idv, suo partito personale. Nella tornata elettorale di domenica scorsa non ha superato la soglia di sbarramento del 5%. La puntata di domenica di Report sulle case apparteneti alla famiglia di Di Pietro ha contribuito a dare un duro colpo al leader dell'Idv che pure tanti meriti ha avuto nel combattere dure battaglie dall'opposizione. Un attacco molto strano quello che da più parti viene mosso all'ex giudice simbolo di mani pulite.
DI PIETRO: «TIFERO' PER GRILLO». «l'Italia dei valori è finita domenica a report. Mediaticamente siamo morti. Siamo vittime di un killeraggio, di un sistema politico finanziario che non ha più bisogno di noi. Combattiamo ma sarà dura: porte sbarrate a sinistra, porte sbarrate ovunque, siamo isolati. Faremo opposizione fuori dal palazzo. Tiferemo per Beppe grillo» queste dichiarazioni cupe in bocca a Di Pietro confermano che potremmo assistere ad un travaso di voti dall'Idv al M5S insieme al massacro del suo movimento. Cerchiamo di distinguere però il grano dall'oglio.
I MERITI DEL MOVIMENTO DELL'IDV Sulle case di proprietà che non sono 56, ma solo 8 divise tra moglie e figli, Di Pietro ha spiegato che sono legittimamente entrate nel patrimonio familiare. Assolutamente da respingere è il mettere Di Pietro sullo stesso piano di Scaloja che si ritrova una casa acquistata asua «insaputa». Da tutte le numerose inchieste giudiziarie che lo hanno investito, è uscito semprea testa alta. Non si dimentichi inoltre tutti i meriti che il suo movimento ha avuto. L'elenco è molto lungo per cui basta ricordarne alcuni:come il referendum sul nucleare promosso dall'Idv, la difesa della procura di Palermo e di Ingroia attaccata perfino dalle massime istituzioni, la denuncia dellalegge anticorruzione che ha visto solo l'Idv e la Lega opporsi in Parlamento, e "last but not least" l'opposizione al Governo Monti. Quanti uomini politici si sarebbero dimessi da ministro come fece lui nel 96 quando fu indagato e poi prosciolto?
CHEPEAU A DI PIETRO. Certo Di Pietro non è esente da responsabilità politiche: la scelta di aver portato in parlamento elementi come Scilipoti e Di Gregorio poi passati a sostenere il governo B. non è stata facile, nè è stata positiva la vicenda del figlio indagato da consigliere.Gli errori di Di Pietro sono molti, ma tutti veniali. Non per questo però bisogna accreditare la vulgata dell'antipolitca qualunquista del tipo: "franza o spaga purchè se magna". Se poi uno come Beppe Grillo, noto per non risparmiare a nessuno, nemmeno al Capo dello stato, accuse pesantissime dice di Di Pietro " E' l'unico in Parlamento che si è opposto in tutti questi anni al Berlusconismo" ed" è un uomo onesto", tanto da proporlo come prossimo Presidente della Repubblica, allora a Di Pietro bisogna dire "chapeau".
Clemente Manzo