“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Test anti-droga al Comune di Pescara, l’idea è del Sindaco Masci
L'invito getta un'ombra di sospetto sui dipendenti comunali e sull'intera assise che non c’entrano nulla con lo scandalo “cocaina e prosecco” nei Lavori pubblici
Carlo Masci il Sindaco di Pescara non si era accorto di quello che succedeva nel settore dei lavori pubblici al vertice del quale aveva nominato un suo uomo di fiducia l’Architetto Fabrizio Trisi. E ciò che succedeva nel reparto non erano “ bazzecole, quisquilie, pinzillacchere “, come direbbe Totò, ma qualcosa di ben più grave, tant’è che Fabrizio Trisi è finito in carcere, insieme all’imprenditore Vincenzo De Leonibus in seguito all’inchiesta denominata “Tana delle Tigri”, per i presunti appalti truccati nel Comune di Pescara. Il Primo Cittadino del Capoluogo non si è accorto nemmeno del presunto consumo di cocaina e prosecco anche in Comune. Anzi, quando Trisi gli consegnò la lettera di dimissioni, così le commentò: “ sono un gesto nobile che denota un profondo senso di responsabilità e del dovere, oltre alla sensibilità di anteporre l’interesse pubblico a quello personale”, aggiungendo anche di apprezzare il dirigente come uomo e professionista. Messo di fronte all’evidenza, il Primo Cittadino di Pescara ha dovuto indire una conferenza stampa nella quale, come caduto dal pero, ha candidamente affermato che né lui e né la Giunta si sono mai “accorti di nulla, a cominciare dal presunto giro di sostanze stupefacenti”. Talmente era la fiducia riposta nel dirigente al vertice dei lavori pubblici che il Sindaco ha ignorato le ripetute segnalazioni provenienti dall’opposizione e che il Gruppo consigliare del PD ha riassunto in una lettera a lui inviata il 13 giugno scorso. Di qui, nel disperato tentativo di tamponare la falla, il Sindaco Masci ha oggi annunciato un codice etico antidroga per tutti i dipendenti comunali, per gli assessori, i consiglieri comunali e per i più stretti collaboratori del primo cittadino, con l'esecuzione di test, su base volontaria, finalizzati a riscontrare l'eventuale uso di sostanze stupefacenti. Talvolta però, come in questo caso, la pezza è peggio del buco in quanto l’invito a fare i test sull’assunzione di stupefacenti getta un’ingiusta ombra di sospetto sia sui dipendenti comunali che sull’intera assise cittadina. E nel frattempo che la politica cerca di tirarsi fuori dai pasticci la magistratura inquirente prosegue nelle indagini di questo scandalo “prosecco e cocaina” che potrebbe riservare ancora spiacevoli sorprese alle principali vittime ovvero i cittadini pescaresi più che mai, come tanti oggi, disorientati da vicende assurde come questa.