“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Test Aids, analisi tra giovani: 70 su 100 sono nella fascia 20-35 anni
Intanto emerge un aspetto inedito: sempre più anziani (anche 70-75 anni), contratto il virus molti anni fa (senza saperlo per l’assenza di sintomi) si scoprono malati al controllo
L’AQUILA: TEST AIDS, BOOM DI GIOVANI: 70 SU 100 TRA I 20 E 35 ANNI Prevenzione Aids: boom di giovani a malattie infettive del S. Salvatore per i test di controllo. Su 100 utenti, che si sottopongono alle verifiche Hiv, anonime e gratuite, 70 hanno tra i 20 e i 35 anni. Un dato nuovo e davvero positivo che certifica le capacità strategica del reparto nella diffusione del messaggio sulla prevenzione - soprattutto sulle fasce anagrafiche più ‘verdi’ - in termini di impegno e capacità di ‘penetrazione’ nelle coscienze giovanili. Una risposta importante dell’utenza che però, avvertono i medici, non deve assolutamente indurre ad abbassare la guardia nei controlli.
Tra i giovani che una volta a settimana (ogni mercoledì, dalle 14 alle 18) vanno in ospedale per il test, la maggior parte è costituita da studenti universitari ma vi sono anche ragazzi che già lavorano, conquistati dalle ‘sirene’ della prevenzione ‘suonate’ al meglio dal reparto. Una risposta nuova, quella del mondo giovanile, tanto più significativa in concomitanza con la settimana europea dell’Aids, che si apre oggi e che si protrarrà fino al 28 novembre prossimo e che prelude alla giornata mondiale, in programma il prossimo primo dicembre. L’andamento sostanzialmente stabile della malattia, che si registra a Malattie infettive di L’Aquila, conferma che la prevenzione può funzionare e può impedire l’aumento del numero di casi di Aids. Attualmente sono poco più di 100 i malati seguiti dal reparto, diretto dal dr. Alessandro Grimaldi, uno standard che si va consolidando. Malattie infettive, ogni mercoledì esegue circa 10 test (come detto, anonimi e gratuiti), quindi con una media di 40 al mese. La prenotazione è on line e anonima (può essere inoltrata con nomi di fantasia o sigle), tramite il portale regionale www.failtestanchetu.it e, al giorno e all’ora stabiliti, si va in ospedale. All’Aquila il reparto è organizzato in modo tale da non far incontrare coloro che fanno il test per salvaguardarne la privacy. Risposte nel giro di un paio di giorni e possibilità, ovviamente, di ripetere l’esame a distanza di tempo. I controlli anti-hiv sono importanti poiché il periodo di incubazione del virus è molto lungo e quindi, in parole semplici, si può essere malati senza avere alcun sintomo e diventare pertanto potenziali veicolo di trasmissione della patologia tramite rapporti sessuali. C’è peraltro un fatto nuovo, nella diffusione del virus, che riguarda persone di età avanzata, anche 70-75 anni, che si scoprono malati al test per un contagio contratto molti anni prima e di cui, ovviamente, in assenza di sintomi, non si erano accorti. L’invito a fare il test, quindi, va esteso anche a persone ormai non più giovani. E’ possibile, peraltro, con un solo prelievo, fare 4 esami: oltre all’Hiv, sifilide, epatite B e C. Un’opportunità che sfruttano tutti e che porta il numero di controlli a ‘sfondare’ ampiamente la soglia di mille l’anno.
“Il forte incremento di giovani negli esami sull’Aids ”, dichiara il dr. Grimaldi, “è un segnale assai importante che premia i nostri sforzi attuati con ripetute e capillari campagne di sensibilizzazione. In particolare il mondo degli studenti universitari mostra un’accresciuta consapevolezza dei rischi che si corrono e, di conseguenza, della necessità di adottare precauzioni nelle condotte sessuali, dato che i rapporti intimi sono il veicolo del contagio. Tuttavia, occorre continuare a diffondere il messaggio della prevenzione soprattutto in chiave di diagnosi precoce, perché intervenendo per tempo si può debellare più facilmente la patologia. Oggi di Hiv si muore molto meno rispetto a vent’anni fa, con terapie che si basano su combinazione di nuovi farmaci che vanno continuamente monitorate con verifiche periodiche. L’effetto collaterale dei farmaci impiegati, se non verificato, può determinare l’insorgere di problemi di metabolismo e malattie cardiovascolari”. Essenziale, per mantenere al top la preparazione del personale non medico del reparto, è l’aggiornamento professionale. Anche quest’anno 22 infermieri del reparto partecipano al corso, coordinato dal servizio formazione aziendale, diretto dalla dr.ssa Erminia Di Nardo, che si è aperto il 17 novembre e che si protrarrà fino al 29. Un lungo ciclo didattico, tenuto da docenti ospedalieri e universitari, che prevede ben 140 ore di didattica.
Redazione Independent