Tercas, slitta al 25 febbraio processo per maxi buco da 200 milioni

Gravissime le accuse ipotizzate dalla procura: associazione per delinquere internazionale, riciclaggio, appropriazione indebita ed ostacolo a "Basilea"

Tercas, slitta al 25 febbraio processo per maxi buco da 200 milioni

CRACK TERCAS, SLITTA AL 25 FEBBRAIO PROCESSO PER BANCAROTTA. Sittata al 25 febbraio l'udienza preliminare davanti al Gip del tribunale di Roma Silvia Proto per la presunta maxi truffa alla Tercas. Graviissime le ipotesi di accusa per le quali la procura (pm Maria Francesca Loy e Giuseppe Cascini) ha richiesto il rinvio a giudizio per 16 persone, tra cui molti imprenditori noti e ritenuti "amici" del vertici dell'istituto teramano: associazione per delinquere internazionale, ostacolo all'esercizio delle funzioni delle attività pubbliche di vigilanza, di riciclaggio, di appropriazione indebita e di bancarotta fraudolenta preferenziale aggravata.

LE INDAGINI PARTITE DA UN MAXI FALLIMENTO. Le indagini sulla Banca Tercas sono state condotte dalla procura di Roma perche' nella Capitale sono stati avviati i procedimenti legati al fallimento del gruppo Dimafin di Di Mario e perche' e' romana la competenza a indagare sul reato di ostacolo all'attivita' di vigilanza di Bankitalia, parte offesa in questo giudizio assieme alla Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo (Tercas).

L'ACCUSA. Stando a quanto accertato dai magistrati e dalla Guardia di Finanza, grazie a Tercas il gruppo di imprenditori indagati e' accusato di aver ottenuto "ingenti finanziamenti con modalita' non rispettose dei protocolli istruttori adottati dalla Banca nei confronti di tutti gli altri clienti e che, oggi, all'esito del commissariamento, sono stati qualificati tutti come crediti di difficile recupero (ovvero 'ad incaglio e/o sofferenza') per un importo complessivo di 200 milioni di euro".

Redazione Independent