“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Tenta il suicidio nel carcere di Pescara, salvato dagli agenti
Protagonista, sabato sera, del tragico gesto è un detenuto romeno. Negli ultimi 20 anni, ben 17.000 persone hanno cercato di togliersi la vita
HA CERCATO DI UCCIDERSI. Ha tentato di togliersi la vita, tramite impiccagione, nella sua cella del carcere di Pescara. Protagonista, sabato sera, del tragico gesto è un detenuto romeno. Per fortuna l'insano proposito non e' andato a buon fine, grazie al tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari, "ma l'ennesimo evento critico accaduto in un carcere italiano - commenta Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe - e' sintomatico di quali e quanti disagi caratterizzano la quotidianita' penitenziari". Capece esprime ai poliziotti che hanno salvato la vita al detenuto "apprezzamento e l'auspicio che venga loro concessa una ricompensa ministeriale".
TROPPI TENTATIVI DI SUICIDIO. Il sindacalista sottolinea che "negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della polizia penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, piu' di 17mila tentati suicidi e impedito che quasi 125mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze". Il Sappe informa che "alla data del 31 novembre scorso le carceri abruzzesi ospitavano complessivamente piu' di 1.800 detenuti, 278 dei quali a Pescara. E dal primo gennaio al 30 giugno 2014, nelle carceri regionali dell'Abruzzo, si sono contati purtroppo il suicidio di un detenuto, 10 tentati sventati in tempo dai poliziotti, 43 atti di autolesionismo (quando un detenuto si lesiona il corpo ingerendo chiodi, pile, lamette, o procurandosi tagli sul corpo), 13 ferimenti e 29 colluttazioni".
"La situazione nelle carceri resta allarmante - conclude Capece - Altro che emergenza superata. Per fortuna delle istituzioni, gli uomini della polizia penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio in carcere, come a Pescara, con professionalita', zelo, abnegazione e soprattutto umanita', pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici. Ma devono assumersi provvedimenti concreti: non si puo' lasciare solamente al sacrificio e alla professionalita' delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria la gestione quotidiana delle costanti criticita' delle carceri abruzzesi e del Paese tutto".
Redazione Pescara