“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Tensione tra polizia e operai
Operai scioperano davanti ai cancelli della Fiat a Pomigliano: 3 feriti. I manifestanti ai sindacati: «Venduti»
TENSIONE ALLA FIAT DI POMIGLIANO: FERITI 1 POLIZIOTTO E 2 SCIOPERANTI. Qualche giorno fa il Presidente della Repubblica Napolitano, alla conferenza dei prefetti, aveva avvisato col suol linguaggio un pò curiale che "alle difficoltà, per molti aspetti drammatiche di imprese e mondo del lavoro si accompagnano tensioni da affrontare con forte attitudine al dialogo". Eppure alla Fiom di Landini non è sembrata che oggi ci fosse stata questa forte attitudine al dialogo invocata dal "Colle" da parte delle forze dell'ordine schierate al varco numero 1 della Fiat di Pomigliano, per ostacolare il picchettaggio dei cassaintegrati, che al grido di "venduti" accompagnavano i lavoratori che entravano in fabbrica tra due ali di polizia e carabinieri. Sin dalla mattina di sabato sono scoppiate le prime tensioni davanti ai cancelli di Pomigliano con i lavoratori Fiom e Slai Cobas della Fiat che avevano indetto uno sciopero per protestare contro l'utilizzo dello straordinario da parte della Fiat, tra l'altro non retribuito, mentre oltre 2.000/2.500 persone sono in CIG anche da 4 anni e in serio rischio licenziamento. In un comunicato di mercoledì scorso i due sindacati congiuntamente, facevano "appello alle organizzazioni sindacali (ma quali? ndg) e sociali, degne di questo nome, ed alle forze politiche a sostenere le ragioni dei lavoratori e le mobilitazioni in atto". Lo sciopero ha raccolto migliaia di manifestanti che avrebbero voluto dialogare con i lavoratori per convincerli a non varcare i portoni della Fiat e a unirsi alla manifestazione di protesta, ma le forze di polizia non lo hanno permesso. Purtroppo solo singoli esponenti del Pd e del M5S si sono schierati a sostegno della lotta dei cassaintegrati: l'unico partito del cosiddetto arco costituzionale a solidarizzare con i lavoratori in lotta è stata la Sel. Secondo il senatore campano Giuseppe de Cristofaro, di Sinistra Ecologia e Libertà " andrebbe rivista l'intera strategia adottata da Marchionne che non ha prodotto i risultati promessi né in termini di investimenti né tantomeno in termini di reintegro dei lavoratori in cassa integrazione".
FIOM E SLAI COBAS I FIAT: INAMMISSIBILE L'UTILIZZO DELLO STRAORDINARIO IMPROPRIO. A scatenare le proteste dei cassaintegrati FIAT è stata la richiesta dei dirigenti Fiat di un supplemento di lavoro straordinario, già concordato con le sole organizzazioni Cisl e Uil, per far fronte ad un picco produttivo, anziché richiedere la turnazione agli operai in CIGS. In un comunicato congiunto del 13 giugno scorso Fiom Cgil e Slai Cobas hanno ritenuto "inammissibile, l'utilizzo improprio dello straordinario, comunque camuffato, a fronte delle migliaia di lavoratori in regime di CIGS da 5 anni a serio rischio-licenziamenti. Il maldestro tentativo di Marchionne di dividere gli operai sta miseramente fallendo". Non più tardi di mercoledì Sergio Marchionne a Firenze aveva detto che sarebbero stati necessari "tre quattro anni per riportare al pieno impiego tutti i lavoratori degli stabilimenti italiani" . Chissà se Matteo Renzi ha prestato fede alle dichiarazioni del manager della Chrysler Fiat, originario di Chieti, che aveva definito Renzi "sindaco di una piccola povera città".
IL VECOVO DI NOLA AL FIANCO DEI LAVORATORI. A Pomigliano a fine manifestazione è intervenuto il vescovo di Nola Beniamino Depalma che ha invitato i lavoratori al "dialogo e alla solidarietà" e Marchionne a "fidarsi di loro e non lasciarli fuori ". Prima di lui a fianco dei cassintegrati c'era stato Don Peppino Gambadella della Curia di Nola che ha dichiarato "sono sempre presente dove sono gli operai in lotta in difesa del loro lavoro e con me c'è la Chiesa che rappresento, incoraggiata dalla nuova primavera portata da Papa Francesco a favore dei più bisognosi". Mentre pure la chiesa prende posizione nettamente a favore dei lavoratori in CIGS, il ministro del lavoro Giovannini si è limitato a mostrarsi preoccupato e a dichiarare "Purtroppo la Fiat di Pomigliano non è il solo stabilimento che non ha pace, la crisi occupazionale morde in molti territori, sempre di più". L'unica prospettiva per il ministro è la speranza che i vertici dell'UE convocati per fine giugno diano una mano per attenuare il problema occupazionale.
Clemente Manzo