“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Tartufai assassini a spasso
Dopo gli atti di bracconaggio sui lupi nel Parco rinvenuti anche tre avvoltoi grifoni morti. Appello alle Istituzioni
PROTEGGERE IL NOSTRO TERRITORIO E' UN NOSTRO DOVERE. «Dopo gli atti di bracconaggio sui lupi nell’area del Parco nazionale d’Abruzzo, sono stati rinvenuti morti tre avvoltoi grifoni nel comune di Gioia dei Marsi. A causa dei bocconi avvelenati, a rischio altri simboli della fauna abruzzese come l’orso bruno marsicano e l’aquila reale. Si richiede l’utilzzo dei nuclei cinofili antiveleno a scopo preventivo per scongiurare nuovi episodi di avvelenamento». Questo l'appello alle Istituzioni di Daniele Valfrè (Responsabile ALTURA Abruzzo), Stefano Allavena (Coordinatore LIPU Abruzzo), Pietro Matta (Responsabile Pro Natura Abruzzo) e Stefano Orlandini (Presidente Salviamo l’Orso).
LUPI, AQUILE REALI E GRIFONI UCCISI DA ESCHE AVVELENATE. Dopo i recenti rinvenimenti di lupi morti per diverse cause, tra cui anche il veleno, ai confini del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, è di un paio di giorni fa la notizia di tre grifoni trovati morti nelle vicinanze del Parco, nella zona tra Gioia dei Marsi e Venere, si suppone per aver ingerito veleno, introdotto in esche appositamente distribuite sul territorio, presumibilmente per eliminare cani, volpi e lupi. Sono in corso indagini da parte del personale del Corpo Forestale dello Stato e del Servizio di Sorveglianza del Parco nazionale d’Abruzzo. «Purtroppo fatti di questo genere - spiegano gli animalisti - avvengono non di rado. Si sospetta di tartufai, in lotta gli uni con gli altri, e che quindi, a volte, non esitano a cercare di eliminare i cani dei concorrenti, e di bracconieri, senza contare che a volte anche allevatori senza scrupoli ricorrono al veleno per eliminare cani e lupi che potrebbero predare qualche capo di bestiame». I grifoni furono reintrodotti negli anni ’90 dal Corpo Forestale dello Stato nella vicina Riserva Naturale del Monte Velino, liberando in zona diverse decine di individui donati dalla Spagna, e da allora questi grandi avvoltoi si sono bene ambientati nella zona, riproducendosi regolarmente ogni anno. «L’avvelenamento, subdolo e vigliacco - spiagano valfrè,Allavena, Matta e Orlandini - ad opera di delinquenti senza scrupolo, mette a repentaglio la vita di questi splendidi uccelli, ma non solo, minaccia anche, e gravemente, anche diverse specie tipiche dell’Abruzzo, come l’aquila reale, il lupo e soprattutto l’orso bruno marsicano. Ricordiamo come nel 2007 almeno tre orsi e alcuni lupi furono avvelenati, sempre in comune di Gioia dei Marsi, in località Gioia Vecchio, in una zona sottoposta ad intenso pascolo bovino, e i colpevoli non furono purtroppo trovati».
LA SOLUZIONI: CANTI ANTI-OMICIDIO. E’ importante ora che nella zona vengano organizzati rapidamente dei pattugliamenti impiegando cani, particolarmente addestrati a trovare il veleno, impiegati nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, grazie ad un progetto finanziato dall’Unione Europea (LIFE+ ANTITODO), al momento l’unico mezzo efficace nella lotta a questo fenomeno. «E’ necessario - concludono - che le autorità competenti facciano ogni sforzo per risalire agli autori di questo misfatto, nonché di altri dello stesso genere, rimasti finora del tutto impuniti. In una situazione di crisi economica qual è quella che stiamo vivendo in questi anni, non sarebbe male che ci si ricordasse come orsi, lupi, aquile ed avvoltoi costituisco la materia prima di un turismo nazionale ed internazionale che costituisce un’importante risorsa economica nel territorio del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Ogni anno decine di migliaia di persone visitano queste montagne e sostano nei paesi del Parco perché qui questi animali ci sono ancora».
Redazione Independent