“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Sventato attentato incendiario nel cuore della notte
Arrestati dalla Polizia due giovani pescaresi armati di bottiglia incendiaria: erano pronti a colpire in via Regina Elena
Erano le 4.00 del mattino quando una pattuglia della Squadra Volante, impegnata nel solito giro di perlustrazione nottorna del week end, ha incrocito l'auto sospetta: una Nissan Micra con a bordo due persone diretta verso il centro cittadino. I poliziotti invertono la marcia e decidiono di segurla fino a via Regina Margherita.
Poco prima di intimare l’alt si accorgono di qualcosa di strano: i due non si sono accorti della presenza della polizia e il passeggero della Nissan prende una busta nera e se la infila addosso. a mò di casacca.
A quel punto scatta il controllo e la perquisizione del mezzo. Sono due giovani pescaresir V.C., 30 anni, e M.D.P., di 25 anni. All’interno dell’abitacolo trovano una bottiglia in plastica piena di liquido infiammabile, chiusa con un artigianale innesco di carta, collocato come stoppino. Avevano ovviamente anche un accendino.
I due vengono portati in questura e tratti in arresto per la detenzione ed il porto illegale in luogo pubblico della bottiglia incendiaria, che la normativa in materia di armi equipara ai congegni bellici, con l’aggravante di aver commesso il fatto di notte ed in luogo abitato. Secondo il Nucleo Artificieri in forza alla Questura di Pescara, il liquido contenuto nella bottiglia era un solvente per vernici, sostanza altamente infiammabile, mentre lo stoppino era stato fatto con carta termica, la cui caratteristica di lenta combustione consente, a chi dà fuoco all’innesco, di allontanarsi con una certa sicurezza prima che l’incendio divampi.
Per quanto riguarda il movente i poliziotti ipotizzano che V.C. con diversi precedenti di polizia, anche per estorsione, minacce e lesioni, era stato denunciato alla magistratura per estorsione dal titolare di un esercizio commerciale del centro cittadino, non distante dal luogo in i erano stati fermati. Gli inquirenti non escludono, dunque, che avesse intenzione di ‘farla pagare, a suo modo, a chi aveva osato denunciarlo’ alle autorità.
Su questo indagheranno gli inquirenti coordinati dal dott.Paolo Pompa della Procura di Pescara.
Redazione Independent