Superbonus. In Abruzzo sono stati spesi 4.225 milioni

Secondo la CGIA di Mestre sono state 14.787 asseverazioni (4,2%) su un totale di 348.493 edifici residenziali e un importo medio per asseverazione di 285.751 euro

Superbonus. In Abruzzo sono stati spesi 4.225 milioni

«Grazie alle misure restrittive imposte per legge in questi ultimi due anni l’effetto negativo del Super Ecobonus 110% sui nostri conti pubblici si è quasi esaurito. Tuttavia, dall’introduzione di questa agevolazione sino al 31 agosto scorso, gli oneri complessivi a carico dello Stato sfiorano i 123 miliardi di euro. Va inoltre ricordato che, ad oggi, gli immobili che dal luglio 2020 hanno beneficiato di questo provvedimento sono stati poco meno di 500mila». Lo comunica la Cgia Mestre in una nota. «Pertanto, considerando che in Italia gli edifici residenziali sono circa 12,2 milioni, l’Ufficio studi della Cgia stima che il Superbonus abbia interessato solo il 4% del totale degli immobili a uso abitativo presenti nel Paese. In un momento così delicato, dove con la prossima legge di bilancio verranno chiesti sacrifici a tutti, aver speso oltre 6 punti di Pil per efficientare uno sparuto numero di abitazioni, fa arrabbiare chiunque abbia un minimo di buon senso».

A livello territoriale in Abruzzo sono stati spesi 4.225 milioni di euro per 14.787 asseverazioni (4,2%) su un totale di 348.493 edifici residenziali e un importo medio per asseverazione di 285.751 euro.

“Entro il 31 agosto scorso, gli interventi di ristrutturazione/efficientamento edilizio realizzati per mezzo del Superbonus – rende noto l’associazione – sfiorano le 500mila unità (precisamente 496.315). Nonostante gli oneri a carico dello Stato siano pari a 123 miliardi di euro, solo il 4,1 per cento del totale degli edifici residenziali presenti nel Paese è stato interessato dall’agevolazione fiscale. A livello regionale, invece, è il Veneto ad aver registrato il ricorso più numeroso al 110 per cento. Con 59.652 asseverazioni depositate, l’incidenza percentuale di queste ultime sul numero degli edifici residenziali esistenti è stata pari al 5,6 per cento. Seguono l’Emilia Romagna con 44.438 asseverazioni e un’incidenza del 5,4 per cento, il Trentino Alto Adige con 11.342 interventi e sempre con un tasso del 5,4 per cento, la Lombardia con 78.125 asseverazioni e un’incidenza del 5,2 e la Toscana con 38.532 operazioni e anch’essa con una incidenza del 5,2 per cento. Per contro, a “snobbare” l’incentivo sono state le regioni del Mezzogiorno: Molise e Puglia, ad esempio, hanno interessato solo il 2,9 per cento dei propri edifici residenziali, la Calabria il 2,6 per cento e la Sicilia solo il 2,2 per cento”.”Sempre a livello nazionale – conclude la Cgia – l’onere medio per edificio residenziale a carico dello Stato è stato di 247.819 euro. Il picco massimo lo scorgiamo in Valle d’Aosta con 401.040 euro per immobile: seguono la Basilicata con 299.963 euro, la Liguria con 298.314 euro, la Lombardia con 296.107 euro e la Campania con 294.679 euro. Chiudono la graduatoria il Veneto con un costo medio per intervento di 194.913 euro per edificio, la Sardegna con 187.440 e, infine, la Toscana con 182.919 euro”.