“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Sulmona: Pantaleo, "La politica si fa sui temi e mai contro qualcuno"
Il "Dandy", uno dei 9 consiglieri comunali che hanno firmato le dimissioni facendo cadere il sindaco Ranalli, si difende su Facebook. E cita Carl Schmitt
IL 'DANDY' NON CI STA. "Nel 2016 apprendo, con perplessità, che in politica vi sono "avversari da battere", gli "avversari della città"; una visione a dir poco approssimativa e qualunquista di fare politica". Parola di Alessandro Pantaleo detto "il Dandy", uno dei 9 consiglieri comunali di Sulmona che, firmando le proprie dimissioni, hanno mandato anticipatamente a casa il sindaco Peppino Ranalli. Su Pantaleo, considerato vicino all'assessore regionale Andrea Gerosolimo, si sta abbattendo un ciclone di critiche, così come sugli altri che con il loro gesto hanno decretato il ritorno alle urne.
"La politica - ha scritto Pantaleo su Facebook - si fa sui temi, sulle proposte e MAI contro qualcuno o per qualcuno. Tuttavia si sposa, ancora, l'idea dell'identificazione schmittiana del nemico, quell'idea che non portò nulla di buono (forse i fautori non conoscono o ignorano la storia). Attenzione che tra "capi e capetti" non esca un "Kapo"!".
ALESSANDRO, DANIELE E LUIGI. In realtà il clima nella città di Ovidio non è mai stato sereno. Già nel settembre 2014 Pantaleo, insieme ai suoi colleghi Daniele Del Monaco e Luigi Santilli (tutti esponenti di 'Sulmona al Centro' che, come detto, si sono dimessi nei giorni scorsi), si era dovuto difendere dall'accusa di essere un trasformista in quanto passato dalla maggioranza alla minoranza. Il segretario del circolo cittadino di Sinistra, Ecologia e Libertà, Domenico Capaldo, aveva definito “incoerente e contraddittoria” la “condotta” dei tre consiglieri. Del Monaco, Pantaleo e Santilli avevano risposto dicendosi "stupiti e sconcertati" da queste dichiarazioni, e spiegando che “la scelta di lasciare la maggioranza a fronte della sua accertata incapacità a risolvere i problemi è proprio ispirata a quella logica di rinnovamento dell’agire politico che ha determinato la nostra candidatura alle scorse elezioni”.
MA QUELLA VECCHIA POLITICA... Sarebbe propria, invece, delle liturgie della “vecchia politica” l’opzione di "rimanere comodamente attaccati alle poltrone della maggioranza anche nel caso in cui si avvertissero condizioni di disagio. Pertanto - affermavano Pantaleo, Del Monaco e Santilli - respingiamo al mittente le farneticanti accuse del sig. Capaldo. Inoltre, appare quantomeno singolare tacciare di “trasformismo” i consiglieri che abbandonano la maggioranza per andare in minoranza mentre la logica elementare dimostra che la piaga del trasformismo (purtroppo ben radicata nella nostra città) si verifica tutte le volte che rappresentanti di minoranza, facendo mercimonio del proprio voto, abbandonano il ruolo di oppositori per trasferirsi nelle ben più comode poltrone della maggioranza". Certo è che da qui al voto di primavera ne vedremo ancora delle belle.
Marco Sette