“Legami alle comete, come alle code dei cavalli, trascinami, squarciandomi sulle punte delle stelle.”. Vladimir Vladimirovič Majakovskij
Suicida in carcere a 19 anni, scoppia la rivolta a Pescara
Tensione massima al San Donato dove i detenuti hanno appiccato le fiamme nelle celle ed è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco
Tensione alle stelle nella casa circondariale di San Donato a Pescara dove un egiziano di 19 anni si è tolto la vita. Dopo il fattaccio si è scatenata una violenta protesta, con gli altri detenuti che hanno appiccato le fiamme nelle celle, rendendo necessario l’intervento dei vigili del fuoco. Sul posto anche il 118. Il suicidio odierno e' il tredicesimo in Italia dall'inizio dell'anno, come fa sapere Aldo Di Giacomo del Sindacato di Polizia Penitenziaria (Spp).
"È un vero stillicidio, si tratta quasi sempre di persone con una condanna non definitiva, ed è scesa l'età media di chi si toglie la vita in carcere - osserva Di Giacomo - E pensare che 19mila detenuti potrebbero uscire se solo fossero informati della possibilità di scontare la pena con altre forme di carcerazione. C'è purtroppo il disinteresse assoluto dell'amministrazione penitenziaria. Nelle nostre carceri c'è la criminalità più pericolosa al mondo, ma la maggior parte dei detenuti è lì per per reati lievi, si tratta di persone affette da alcoldipendenza, tossicodipendenza o malattia psichiatrica".
Prosegue il segretario del Sappe, “se noi non rieduchiamo questi soggetti loro ciclicamente entrano ed escono, commettono reati in galera, le loro fragilità aumentano. E comunque, anche se il sovraffollamento è un enorme problema, chi arriva a suicidarsi è già debole quando entra. Poi il sovraffollamento incide sulla qualità della vita. Il carcere - conclude Di Giacomo - è diventato il punto di rilancio della carriera criminale. Basti notare la diminuzione del -4, 8% della collaborazione nelle carceri di regioni come Calabria, Sicilia, Campania e Puglia”.