“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Stupro, minacce e sospetti
Nuovi inquietanti dettagli sulla violenza sessuale di Pizzoli. La vittima è stata avvicinata in ospedale da due persone
HA AGITO DA SOLO? - Che cosa è successo quella terribile notte a Pizzoli, 4mila anime in provincia de L'Aquila? Quella sera, il 17 gennaio, faceva un freddo boia ed il termometro segnava la temperatura di -10 gradi e solo per un miracolo la vittima della violenza sessuale, una giovane studentessa di 23 anni, non è morta per ipotermia. L'aggressore, dopo averla brutalizzata nel parcheggio della discoteca, l'aveva lasciata svenuta ed in una pozza di sangue in mezzo alla neve. Per quel "fattaccio" si trova in carcere accusato di tentato omicidio e violenza sessuale, nella stessa cella con Salvatore Parolisi, un 21enne dell'hinterland di Avellino: Francesco Tuccia. Il militare del 33°esimo reggimento "Acui" di stanza a L'Aquila è il principale sospettato: ma ha agito veramente da solo? E' stato davvero lui a causare quelle ferite terribili all'apparato genitale (ci sono voluti oltre 40 punti di sutura)? Dove si trova l'oggetto metallico di cui parlano gli inquirenti e che sarebbe lungo almeno 40 cm? Sono queste alcune delle domande alle quali stanno cercando di dare una risposta gli inquirenti della Procura de L'Aquila.
MINACCE E SOSPETTI - Alle telecamere di "Chi L'Ha Visto" alcune testimoni, presenti quella sera nella discoteca la "Guernica" hanno raccontato di avere subito delle minacce i giorni successivi il fatto delittuoso. Per questo hanno preferito non svelare la propria identità, riservandosi di rilasciare dichiarazioni riprese di schiena e con il capo occultato da una giacca col cappuccio. Una ragazza ha parlato di pesanti avances sessuali ricevute, quella sera del 17 gennaio nella discoteca la "Guernica", da Tuccia e dall'amico commilitone. Si è saputo, poi, anche un fatto inquietante: nell'ospedale, dove era ricoverata la giovane vittima, una coppia di persone ha cercato di entrare nella stanza per parlare con la ragazza. Per questo motivo, infatti, è stata disposta una sorveglianza speciale, con due piantoni a vigilare 24h al giorno sul flusso di persone. Il perchè di queste situazioni è molto strana e getta sospetti sul clima che si sta vivendo in quella zona: come se ci fossero delle pressioni per non far emergere completamente la verità. Sembra di ripercorrere le stesse difficoltà affrontate nel delitto di Melania Rea, quando sono stati sentiti esponenti appartenenti al mondo militare.
Redazione Independent