Spiagge libere o altri stabilimenti balneari?

Il caso delle sei concessioni arriva in Commissione Vigilanza perché non rispetterebbero le regole del contratto: ombrelloni fissi, occupazioni abusive dell’arenile, ristorazione

Spiagge libere o altri stabilimenti balneari?

Dopo le numerose segnalazioni pervenute dai cittadini per denunciare presunti abusi da parte dei gestori delle spiagge libere, il caso arriva in Commissione Controllo e Garanzia al Comune di Pescara. Dall’occupazione indebita di alcune zone dell’arenile con ombrelloni fissi, fino alle intemperanze nell’organizzazione degli eventi serali che spesso si trascinano oltre l’orario consentito, sono tanti gli aspetti sollevati durante la riunione e che hanno già portato a diversi sopralluoghi da parte del corpo di polizia municipale e della Capitaneria di porto.
“Sono 5 le spiagge oggetto dell’affidamento temporaneo – commenta il Presidente della Commissione, Paolo Sola – 3 sul lungomare sud e 2 su quello nord, regolamentato da un disciplinare del 2021 che ha di fatto tracciato le linee guida di una gestione della durata di 8 anni, la cui stesura approssimativa probabilmente è alla base di molte delle situazioni segnalate dagli stessi cittadini. Dalla mancanza di un tariffario unico per l’affitto delle strutture (ombrelloni, sedie e sdraio) che il Comune non ha inserito nel bando creando di fatto disomogeneità nei prezzi, fino alla dicitura ‘ristorazione veloce’ che sarebbe quella consentita alle attività connesse ma che, per la sua elasticità di interpretazione, viene spesso aggirata da alcuni gestori che ricorrendo a servizi di catering esterno, di fatto finiscono con lo svolgere a tutti gli effetti un’attività di ristorazione vera e propria”.
Dubbi anche sulla procedura amministrativa prevista per quanto riguarda i controlli e la prescrizione delle relative sanzioni. “Molto spesso le segnalazioni riguardanti l’occupazione della spiaggia con strutture fisse, che di fatto tolgono spazio ai liberi fruitori, non portano ad un intervento sanzionatorio da parte del Comune – prosegue Sola - se non accompagnate o seguite da un verbale della Capitaneria di porto. Stesso discorso per le intemperanze relative all’intrattenimento serale, sui cui controlli la competenza è invece della polizia municipale.  Un quadro confusionario e una procedura farraginosa che non consentono un monitoraggio puntuale della situazione e un rapido intervento sanzionatorio, quando necessario. Anche rispetto ad una risoluzione del contratto manca un atteggiamento deciso – conclude Sola - perché se da una parte il disciplinare prevede questa possibilità dopo il secondo avvertimento scritto da parte dell’Ente, dall’altra il Comune continua ad essere assente su questo fronte senza che si arrivi a dei richiami o interventi formali. Un lassismo inaccettabile che è soprattutto politico, con la mancanza di una linea chiara per la corretta gestione di un bene pubblico, come la spiaggia, che così è abbandonato a situazioni fuori controllo”.
Previsto nelle prossime settimane un aggiornamento sul tema, oltre ad una serie di sedute che, rispetto invece alle concessioni demaniali, toccheranno anche tutte le vicende legate al recepimento della direttiva Bolkestein.