“Legami alle comete, come alle code dei cavalli, trascinami, squarciandomi sulle punte delle stelle.”. Vladimir Vladimirovič Majakovskij
Spiagge italiane all’asta. Tocca ai Comuni gestire le gare
Il Consiglio di Stato ha ribadito con sentenza che le proroghe generalizzate delle concessioni demaniali sono incompatibili con la Bolkestein
Le spiagge italiane devono andare subito all’asta. E’ quanto stabilito dall’ultima sentenza del Consiglio di Stato che ha ribadito che le proroghe generalizzate delle concessioni demaniali sono illegittime, contrarie alla direttiva Bolkestein, al principio di concorrenza e libertà. A questo punto i Comuni balneari italiani dovranno attrezzarsi per stabilire i criteri delle gare per l’assegnazione delle concessioni demaniali.
«Il Consiglio di Stato - si legge in una nota del Consiglio di Stato - ha chiarito che la disapplicazione delle norme nazionali sulle concessioni demaniali marittime si impone prima, e a prescindere, dall’esame della questione della scarsità delle risorse, che in ogni caso non risulta essere decisiva in quanto anche ove si ritenesse che la risorsa non sia scarsa, le procedure selettive sarebbero comunque imposte dall’art. 49 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea in presenza di un interesse transfrontaliero certo e dal diritto nazionale anche in assenza di tale interesse».
Il Consiglio di Stato, prosegue la nota, «ha pertanto ribadito la necessità, per i Comuni, di bandire immediatamente procedure di gara imparziali e trasparenti per l’assegnazione delle concessioni ormai scadute il 31 dicembre 2023».
In relazione all’avvio della stagione balneare, il Consiglio di Stato «ha richiamato il contenuto dell’espressa disposizione di legge, che consente, in caso di difficoltà nel completamento della gara, la sola proroga c.d. tecnica fino al 31 dicembre 2024 delle concessioni già scadute per i Comuni che abbiano deliberato di avviare o abbiano già avviato le gare per assegnare le concessioni», conclude la nota.