“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Slitta a metà febbraio la sentenza sulla mega discarica di Bussi
Il verdetto in Corte d'Assise d'Appello a L'Aquila dovrebbe esserci il prossimo 16 febbraio. Il rischio è la prescrizione
SLITTA A META' FEBBRAIO LA SENTENZA SULLA MEGA-DISCARICA DI BUSSI. Slitta a metà febbraio la sentenza sulla mega discarica di Brussi, scoperta nel 2007 dal Corpo Forestale dello Stato: circa 185 mila metri cubi di sostanze tossiche e pericolose in un’area di quattro ettari nei pressi del polo chimico di proprietà della Montedison. Il presidente del collegio, Luigi Catelli, ha fatto intendere che le udienze per le repliche potrebbero essere fissate per il 14 e il 15, poi la corte si riunirebbe in camera di consiglio il giorno seguente, il 16, per emettere la sentenza. Inizialmente la sentenza di secondo grado era stata prevista per la fine di gennaio.
UNA DELLE DISCARICHE PIU' GRANDI D'EUROPA. Secondo la ricostruzione fornita dagli inquirenti dagli anni ’60 agli anni ’90 sono state sversate e smaltite abusivamente tonnellate di sostanze pericolose, fra cui cloroformio, tetracloruro di carbonio, esacloroetano, tricloroetilene, triclorobenzeni e metalli pesanti. Le difese dei 19 imputati hanno puntato sulle analisi. “I prelievi dal 1992 sono stati nei parametri nonostante la normativa si fosse inasprita – ha detto in udienza uno dei legali - i valori degli anni Novanta sono in linea persino alla normativa in vigore dieci anni dopo. È difficile, perciò, sostenere un’accusa così grave. Tutte le analisi dopo il ’92 solo in minima parte superano i valori. E quelli sballati rientrano nella fascia di errore analitico, quindi ammissibile”.
L'ASSOLUZIONE IN PRIMO GRADO. In Corte d’Appello a Chieti il 19 dicembre 2014, 19 imputati erano stati assolti dall’accusa di aver avvelenato le falde acquifere mentre il reato di disastro ambientale fu derubricato in colposo e quindi prescritto.
Redazione Independent