“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Situazione drammatica nelle carceri abruzzesi. L'idea è farli lavorare
I Radicali propongono di impiegare i detenuti nei lavori socialmente utili. Purtroppo la burocrazia è lo scoglio da superare
SOFRAFFOLLAMENTO E PENURIA DI AGENTI: IL DRAMMA DELLE CARCERI ABRUZZESI. "La gravità della situazione in cui versano gli operatori, la polizia penitenziaria e i detenuti delle carceri abruzzesi, è tornata d'attualità in questi giorni a causa della aggressione subita nel carcere di Sulmona dal medico dell'Istituto e da un Agente della polizia penitenziaria. Purtroppo, quello del capoluogo Peligno, non è un caso isolato e ripropone il tema della necessità che la Regione Abruzzo si doti di un Garante per i detenuti". Queste le parole di Alessio Di Carlo membro del Comitato Nazionale "Radicali Italiani" oltre che segretario regionale.
"Ricordiamo - sottolinea Di Calo - che, grazie alle nostre iniziative, tre anni fa il Consiglio Regionale approvò la legge istitutiva di tale figura ma che, a 35 mesi di distanza, non si è ancora provveduto alla nomina. La neocostituita maggioranza di centrosinistra ha dunque l'opportunità di marcare un importante segno di discontinuità con il passato, provvedendo immediatamente ad individuare la figura più adatta a farsi carico delle condizioni della popolazione carceraria regionale, di quelle della Polizia Penitenziaria e di tutti gli operatori del settore. Nel contempo, va salutata con estremo favore la proposta – avanzata da due detenuti del carcere di Sulmona – di utilizzare i detenuti in lavori socialmente utili da parte del Comune".
In moltissimi comuni italiani, infatti, sono state adottate misure analoghe: l'ultimo esempio arriva da Brescia.
Redazione Independent