“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Si sgonfia il Rifiutopoli
Inchiesta "Re Mida" su presunte tangenti nei rifiuti: cade il reato di corruzione. Imputati alla sbarra per reati minori
INCHIESTA BIOESSICCATORE A TERAMO. PROCESSO 23 OTTOBRE. Dopo quasi 24 ore di camera di consiglio il Gup del Tribunale di Pescara, Luca De Ninis, ha rinviato a giudizio i sei imputati dell'inchiesta cosiddetta"Re Mida" su presunte tangenti nel settore rifiuti in Abruzzo. Alla fine il processo si farà ma senza il capo d'imputazione più grave: cioè il reato di corruzione. L'ex assessore alla sanità, capogruppo del Pdl in Regione, Lanfranco Venturoni, Rodolfo ed Ettore Fernando Di Zio e l'ex amministratore delegato della Teramo Ambiente dovranno rispondere di peculato, turbativa d'asta ed abuso d'ufficio. L'altro imputato, il senatore del Pdl Fabrizio Di Stefano deve rispondere del reato di millantato credito o traffico d'influenza, reato, però, questo introdotto solo nel 2012.
L'IPOTESI DELLA PROCURA. Secono la magistratura pescarese il mancato ricorso alla gara d'appalto per la realizzazione del famoso bioessiccatore di Teramo avrebbe di fatto agevolato il gruppo Deco.
Redazione Independent