Shining Light su Aca e Ater

Il presidente Di Cristoforo nega le dazioni. Lancia si è dimesso dall'incarico ma non parla al Gip

Shining Light su Aca e Ater

APPALTI TRUCCATI ACA/ATER. DI CRISTOFORO SI DIFENDE DALLE ACCUSE. Giovedì scorso è comparso davanti al gip Luca De Ninis, presente il pm Anna Rita Mantini, il presidente dell’Aca di Pescara Ezio Di Cristoforo nell'ambito dell’inchiesta “Shining Light” su un presunto giro di tangenti negli appalti pubblici. Di Cristoforo si è difeso dalle accuse: “Non ho mai preso tangenti”. Ora ai domiciliari da 17 di luglio. Il suo legale, Sergio Della Rosa, presenterà una memoria insieme a dei documenti.

INTERROGATORIO DI GARANZIA ANCHE PER GLI ALTRI IMPUTATI. Ascoltati insieme al presidente Aca anche gli altri cinque imputati coinvolti nell'operazione di polizia giudiziaria: Marcello Lancia, amministratore unico dell’Aca di Chieti, Ernesto Marasco, dirigente Ater, Alessandro Faraone, geometra, William Boscano, tenente colonnello dell’Esercito in servizio a Pescara e Salvatore Tasso, geometra del comune di Montesilvano. Gli imputati devono rispondere, a vario titolo, di reati quali corruzione, concussione, falso e truffa.

AMMISSIONI E SMENTITE. Lancia, si è dimesso dal suo ruolo nell’Ater avvalendosi in aula della facoltà di non rispondere. Marasco ha invece ammesso responsabilità riguardanti il sistema di gestione delle gare d’appalto, ma ha rigettatoo però l’accusa di corruzione. Faraone ha sottolineato che non ha responsabilità dirette non avendo potere decisionale per le gare d’appalto. Tasso, facendo portavoce il suo legale, Ugo Di Silvestre, ha annunciato al giudice le sue dimissioni da Responsabile unico ( Rip), dichiarandosi estraneo ai fatti. 

L MASTRINO E L'INDAGINE. Gli arresti scaturiscono da un'altra indagine che, in data 14 Dicembre 2012, aveva portato agli arresti degli imprenditori aquilani Claudio e Antonio D’Alessandro e del Vice Sindaco di Cepagatti Leone Cesarino. In quella circostanza venne rinvenuto un documento ritenuto dagli inquirenti di una contabilità segreta e che lo stesso Gip definisce nella sua ordinanza “mastrino delle tangenti”, in cui l’imprenditore Claudio D’Alessandro avrebbe annotato una serie di dazioni di denaro consegnate a più pubblici ufficiali.

LE RIVELAZIONI DELL'IMPRENDITORE. Secondo la procura l'imprenditore avrebbe deciso di collaborare alle indagini rivelando uno scenario inquietante. Infatti, nel corso di una serie di interrogatori si sarebbe svelato un articolato sistema illecito basato sulla sistematica manipolazione di gare pubbliche, svolte tra il 2010 e il 2012 - tutte al di sotto della soglia comunitaria e, dunque, condotte con “procedura negoziata” - in cui le ditte da invitare venivano preventivamente individuate in accordo con i pubblici ufficiali ed erano tutte riconducibili ad un unico centro decisionale perché fiduciarie del D’Alessandro.

 

Redazione Independent