“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Sentenza assoluzione Bussi, monta la rabbia: «Disastri ambientati impuniti»
Il reato di avvelenamento delle acque non c'è stato e il disastro ambientale, colposo, è stato dichiarato prescritto. Adesso si spera nei risarcimenti
BUSSI, IN ITALIA DISASTRI AMBIENTALI IMPUNITI. Non si placa la rabbia dei cittadini abruzzesi rispetto al verdetto della Corte d'Assise di Chieti sulla megadiscarica di Bussi. Cinque righe, dopo sei ore di camera di consiglio, con le quali il presidente del collegio giudicante Camillo Romandini ha assolto i 19 imputati, quasi tutti ex dirigenti e tecnici dell'ex colosso della chimica Montedison. Le motivazioni verranno depositate entro 45 giorni. I pm Giuseppe Bellelli e Annamaria Mantini avevano chiesto condanne che andavano dai 12 anni e 8 mesi ai 4 anni.
IL DISPOSITIVO COMPLETO. "Visti gli articoli 442 e 530 CPP assolve gli imputati dal reato loro ascritto A 'avvelenamento acque' perché il fatto non sussiste. Visti gli articoli 521 e 531 CPP previa derubricazione del reato contestato B (disastro ambientale doloso) in quello di disastro colposo ex art.449 CP dichiara di non doversi procedere nei confronti degli imputati per intervenuta prescrizione".
LE REAZIONI. Per il Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua «chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scordiamoci il passato. In Valpescara c'è un disastro ambientale ma vi è impunità. Ormai è un paese dove la giustizia in materia ambientale non può arrivare».
Anche il sindaco di Pescara Marco Alessandrini ci va giù duro. «La setenza teatina suscita malcelato sconcerto nelle comunità territoriali. Una breve Camera di Consiglio e uno scarno dispositivo pongono una pietra tombale sul primo grado di giudizio di una vicenda che ha sensibilmente scosso l'opinione pubblica per i suoi riflessi sulla salute. Il Comune di Pescara, specie considerando l'intervenuta assoluzione per il reato di avvelenamento delle acque, dovrà leggere con attenzione le motivazioni della sentenza per valutare qualunque forma di ulteriore azione giudiziaria. Da sindaco, la lezione che ne traggo è comunque quella per cui oggi la tutela del territorio resta una priorità centrale della Pubblica Amministrazione per bloccare sul nascere fenomeni gravissimi di inquinamento».