“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Sentenza Grandi Rischi, Vittorini: "Giudici forti con i deboli"
Il consigliere comunale di 'L'Aquila che vogliamo' critica le parole del presidente della Corte d'Appello, Stefano Schirò
VITTORINI CONTESTA SCHIRO'. "È inaccettabile l'attacco del presidente della Corte d'Appello, Stefano Schirò, ai familiari delle vittime del terremoto e ai cittadini: mi sembra che la magistratura sia forte con i deboli e non riesca a essere forte con i forti".
Così il consigliere comunale di 'L'Aquila che vogliamo', Vincenzo Vittorini, che nel sisma del 6 aprile 2009 ha perso la moglie e una figlia ed è stato a capo dell'associazione '309 martiri', commenta le parole con cui il magistrato ha aperto ieri l'anno giudiziario, bollando le contestazioni in piazza dopo la sentenza di appello del processo alla Commissione Grandi Rischi - che ha assolto 6 dei 7 esperti dalle accuse di omicidio colposo e lesioni - come "attacchi riprovevoli e fuori luogo".
"E' UN ATTACCO INACCETTABILE". "Questo duro attacco ha rivolto un'accusa a chi è parte in causa nel processo e cerca verità e giustizia, e anche a una città che, nell'immediatezza, ha risposto a un qualcosa di profondamente ingiusto", ribatte Vittorini in riferimento alla sentenza di assoluzione del collegio presieduto da Fabrizia Francabandera del 10 novembre 2014.
LA SENTENZA DI PRIMO GRADO. L'esponente di 'L'Aquila che vogliamo' torna poi alla sentenza di primo grado del 22 ottobre 2012: "Allora, da parte della stessa magistratura, non ho visto una presa di posizione altrettanto forte nei confronti di tutti quelli che, mi riferisco alle più alte cariche dello Stato, contestarono il giudice monocratico Marco Billi, che fu oggetto di attacchi da parte dei presidenti di Senato e Camera, dei capi della Protezione civile e dell'Ingv, di scienziati e quant'altro. Sono arrivati a utilizzare espressioni come 'sentenza catastrofica e disastrosa' e 'giudice che avrebbe dovuto vergognarsi di specchiarsi'. Ma, all'epoca, chi di dovere ha taciuto".
Redazione L'Aquila