“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Sebastiani gioca il Jolly
Tensione alle stelle in casa Delfino: tifosi inferociti con società e giocatori. Basterà il fluido magico di Galeone?
PESCARA. SI ROMPE IL FEELING COI TIFOSI. SEBASTIANI TENTA IL JOLLY. E' alle stelle, come mai da due anni a questa parte, il rapporto tra i tifosi biancazzurri e la società Delfino Pescara 1936 Srl (giocatori compresi). Un feeling mai del tutto sbocciato specie dopo la fuorisciuta di Peppe De Cecco, vero artefice morale della rinascita del calcio sulle sponde dell'Adriatico. Il climax di questa storia si è toccato ieri allo stadio quando, al termine della gara persa contro l'Udinese e che ha sancito praticamente la Serie B, Daniele Sebastiani, sommerso dagli insulti, ha sfogato tutta la sua rabbia con un gesto poco elegante rivolto alla tribuna. Purtroppo il sanguigno presidente ha reagito male ad una situazione creata dal lui stesso oltre il suo staff (Delli Carri in primis): a partire dalla campagna acquisti ed al mercato di riparazione di gennaio come pure per i prezzi degli abbonamenti, altissimi, e, ovviamente, anche la scelta degli allenatori, uomini non adatti a garantire a quella squadra la minima possibilità di salvezza. Ora Sebastiani, che non è certamente uno sprovveduto - anzi ha dato prova di enormi abilità in questo periodo da presidente -, prova a recuperare il gap con la Città - stiamo parlando di uno zocccolo diro di 4/5mila tifosi - offrendo la panchina dell'esonerato Bergodi al tecnico più amato della storia biancazzurra: cioè Giovanni Galeone. Basterà la medicina "galemitica" a recuperare il feeling? E' difficile dare una risposta a questa benchè il tecnico friulano, secondo solo a Zeman per qualità di gioco espresso ma molto più amato dalla città. Quello che è certo è che per i tifosi conta soltanto la maglia. Calciatori, dirigenti, staff, presidenti, allenatori possono pure cambiare, la fede e i colori invece no.
Romanzo