“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Se questo è un pazzo
L'attentatore di Piazza Colonna che ha sparato a due carabinieri: «Sono disperato, volevo colpire i politici»
LUIGI PREITI NON E'UN PAZZO SQUILIBRATO. La maggior parte della stampa considera l'attentatore di Piazza Colonna uno "squilibrato", ma Luigi Preiti, 49 anni non è pazzo. Sono in molti a dirlo e tra essi il fratello Arcangelo che ha affermato «Luigi non è certo uno squilibrato, non ha mai sofferto di patologie psichiatriche». Preiti non è pazzo, non ha precedenti penali ed è, a detta di chi lo conosce, un gran lavoratore ed una brava persona. Sono state le disavventure familiari, la disoccupazione e forse la ludopatia a portarlo alla disperazione e a spingere il muratore disoccupato a compiere il folle attentato di cui è stata vittima innocente il brigadiere Giuseppe Giangrande già colpito duramente dalla morte recente della moglie. «Sono un uomo disperato volevo colpire loro, i politici, ma so che non ce l'avrei mai fatta», ha dichiarato. Poi avrebbe voluto suicidarsi, ma «avevo sparato tutti i colpi contro i carabinieri e per me non ne erano rimasti più», ha dichiarato l'attentatore. A pagare le conseguenze di quel gesto, però non sono stati i politici che avrebbe voluto colpire, ma due militari e una donna incinta di passaggio, vittime innocenti che ricordano quelle colpite nel recente attentato terroristico a Boston. La stampa dopo essersi sperticata a lodare il governo di Letta junior, è rimasta spiazzata dal gesto disperato del disoccupato di Losarno. Fino a che le persone in preda alla disperazione, si suicidavano, la stampa benpensante si limitava a spiegare che "l'insano gesto" era dovuto alla crisi economica-sociale. Ora che la disperazione ha portato a compiere un attentato, essa si mostra più preoccupata, ma non va più in là nella ricerca delle cause profonde del disagio sociale, temendo che possa coinvolgere anche la classe politica che ha occupato tutti i gangli del potere nel nostro paese.
IL SAGGIO INDICA LA LUNA E LO STOLTO GUARDA IL DITO. La destra ha già trovato su chi far ricadere la responsabilità morale dell'attentato: il M5S che incita alla violenza è il mandante morale dello "squilibrato" che voleva sparare ai politici, e non la crisi delle aziende che chiudono i battenti, la disoccupazione dilagante e la distruzione dello stato sociale che strozzano questo sciagurato paese. A nulla valgono le parole di Grillo che si affanna a dichiararsi contro la violenza nel suo blog dove esprime "solidarietà ai carabinieri, alle forze dell'ordine e ai parenti del carabiniere ferito gravemente" e dove dichiara che «il nostro Movimento è assolutamente non violento». Per un moralista esente da responsabilità politiche quale è Alemanno, la "casta" è innocente e la colpa è di chi "continua a sparare parole contro il Palazzo, dicendo che è il centro del male, poi non ci si può stupire se esce fuori qualcuno che prende in mano la pistola". Dello stesso tenore sono le dichiarazioni Francesco Storace che dice «Beppe Grillo è ipocrita quando dice di essere contro la violenza. Ogni giorno vomita odio, poi qualcuno gli dà retta» e del segretario della Lega, nonchè presidente della regione Lombardia, Maroni che ha sentenziato «le frasi di chi ha detto bombardiamo il Parlamento sono parole che hanno conseguenze», dimenticando di ricordare che le malversazioni, lo scandalo dei rimborsi elettorali, che hanno investito anche il suo partito, i privilegi delle caste forse qualche responsabilità ce l'hanno. Come nel famoso proverbio "il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito", costoro identificano i grillini con il dito ignorando che il dito in realtà indica la luna.
FERRARA: "FORZA SUICIDATEVI! ESIGO UN SUICIDIO AL GIORNO! O DUE". Tutti questi campioni di moralità non si sono affatto inalberati quando ad ottobre dello scorso anno, Ferrara ad Omnibus, il seguito talk show de la 7, si domandava: «Voglio sapere una cosa: perchè non si suicida più nessuno?» e poi (provocatoriamente?) consigliava: «Forza suicidiamoci! Suicidatevi! Adesso sono 6 mesi che non si suicida più nessuno. Esigo un suicidio al giorno! O due!». In pochi hanno sottolineato l'osceno pessimo gusto delle sue ciniche battute, e in pochi hanno ricordato all'Elefantino che la gente ha continuato a suicidarsi, ma in silenzio, dignitosamente chiedendo scusa e senza compiere "gesti eclatanti" come quello, riprorevole, messo in atto da Preiti che però ha colpito solo vittime innocenti.
Clemente Manzo