“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
«Se mi candido lo decido io»
Intervista "on line" a Carlo Costantini. L'ex Idv parla di Mov139, del fallimento di Ingroia e dei prossimi impegni elettorali
INTERVISTA A CARLO COSTANTINI (MOV109). Incuriositi dagli ultimi comunicati inviati alla stampa circa la nascita di un nuovo soggetto politico (Movimento 139) abbiamo deciso di contattare, via facebook, il referente abruzzese. Carlo Costantini, 53 anni, avvocato, pescarese, già commissario straordinario dell'Italia dei Valori e reduce dalla fallimentare esperienza della Rivoluzione Civile ha risposto "on line" - o meglio al volo! - alle nostre domande circa il suo futuro politico, le prossime competizioni elettorali (Elezioni Regionali e Comunali a Pescara) e sul suo rapporto con i sindaci di Montesilvano e Spoltore recentemente passati al Pd.
Carlo Costantini: Non ho bisogno di forzare per una mia eventuale candidatura a Sindaco di Pescara. Se dovessi deciderla la presenterei e basta. E la presenterei a prescindere dai partiti e dalle coalizioni, tanto considero profondo e viscerale il mio rapporto con la Città e con la sua storia. Proprio per questo non capisco le contrarietà alla chiusura al traffico di un tratto di Corso Vittorio Emanuele, l'unica strada confinante con un immenso parcheggio, in una Città con una qualità dell'aria tra le peggiori d'Italia. E mi sorprendono ancor più le reazioni di chi magari non ha aperto bocca quando si stavano per introdurre stalli che avrebbero obbligato a pagare 5 euro per entrare in Città. Quella si che sarebbe stata una scelta che avrebbe ucciso il commercio, non certo la pedonalizzazione di un breve tratto del Corso. Io ero contrario agli stalli e favorevole alla pedonalizzazione. La coerenza forse manca a chi taceva quando stavano per introdursi gli stalli a pagamento e grida allo scandalo adesso!
Subdirettore: Come ha preso l'abbandono quasi istantaneo alla sua dichiarazione che dichiarava conclusa l'esperienza dell'Italia dei Valori da parte sindaci da lei lanciati Attilio Di Mattia e Luciano Di Lorito? L'idea della Grande Pescara è tramontata?
Carlo Costantini: Attilio e Luciano hanno origini e storie diverse. Luciano era già un predestinato Sindaco; ho dovuto solo limitarmi a proteggerlo in qualche fase delicata ed a supportarlo, come era giusto che facessi. Attilio era tutt'altro che un predestinato. Dunque ha comportato una fatica enorme, anche fisica (penso alle 16 ore passate a presidiare i seggi per le primarie, ma anche alle lunghe ed estenuanti riunioni con gli altri partiti che hanno preceduto l'indizione delle primarie). Diverse le loro origini e diverso, quindi, è anche il loro modo di approcciarsi. Luciano è solido e saldo nelle sue convinzioni ideali e relazionali. Attilio è invece un po' più volubile e meno predisposto a dare valore e stabilità alle relazioni umane. Ma sono entrambi due ottimi ragazzi, che mi hanno dato la possibilita di far capire che la politica non è fatta solo da chi tiene in panchina i giovani. E' fatta anche da chi li fa giocare subito titolari, ovviamente se lo meritano.
Subdirettore: Chi vincerà le prossime elezioni regionali Chiodi o D'Alfonso?
Carlo Costantini: Credo nessuno dei due. Chiodi, oltre che per la modestia della sua azione politica, anche per un fatto statistico, considerato che negli ultimi anni i "ricandidati" vincitori alla prima occasione hanno sempre perso alla seconda. D'Alfonso perché non penso che le liste civiche possano affermarsi, in un momento di fortissima polarizzazione dell'attenzione dell'opinione pubblica (e, dunque, del consenso) verso le tre forze principali. Ovvio, questa è la mia fotografia del presente. Un presente che i mesi che ci separano dal voto potrebbero completamente stravolgere, da tutti i punti di vista. Quindi forse è opportuno che per completezza la domanda mi venga riproposta a novembre.
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