“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Scoperta organizzazione criminale nel Chietino dedita a vari business
Un uomo, insieme ai suoi familiari coinvolti, gestiva traffici di droga, estorsioni, attività di riciclaggio. Sigilli a conti correnti, negozi, auto e disponibilità finanziarie
I militari della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Chieti hanno eseguito un decreto di sequestro di prevenzione emesso, ai sensi della normativa antimafia, dal Tribunale Ordinario di L’Aquila – Sezione Specializzata nelle Misure di Prevenzione, in relazione ai beni nella disponibilità di un uomo, dei propri familiari o la cui titolarità è stata fittiziamente intestata a terze persone in quanto, sulla base degli accertamenti svolti, è stato ritenuto soggetto pericoloso, che ha reimpiegato e/o riciclato il profitto delle proprie attività delittuose attraverso i beni dei quali dispone in valore sproporzionato, rispetto alla capacità reddituale effettivamente dichiarata.
In particolare, gli esiti delle indagini condotte dai militari teatini, appartenenti al Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza e al Nucleo investigativo dei Carabinieri, in un distinto procedimento penale pendente presso la D.D.A. di L’Aquila, hanno portato la competente Autorità Giudiziaria a ritenere il proposto gravemente indiziato di essere il promotore e l’organizzatore di un’associazione, operante nel territorio provinciale, finalizzata al traffico e allo spaccio di stupefacenti nonché autore di reati quali estorsione, lesioni aggravate, resistenza a pubblico ufficiale, porto illegale di armi, con l’aggravante del metodo mafioso e nell’ambito del quale è stato già sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere con ordinanza emessa dal G.I.P. di L’Aquila nel mese di gennaio scorso.
Al destinatario della predetta misura di prevenzione patrimoniale sono risultate riconducibili molte attività economiche che le indagini hanno portato a ritenere essere state utilizzate anche quali centrali operative per le riunioni degli associati, spesso intestate a prestanome ma di fatto gestite dallo stesso e che, secondo le contestazioni mosse a suo carico, hanno trovato finanziamento dagli introiti economici provenienti dai suddetti traffici illeciti.
E’ stato infatti ipotizzato che il protagonista di questa storia abbia coinvolto tutto il nucleo familiare nella gestione delle proprie risorse nonché altri soggetti a lui molto vicini, provvedendo ad attribuire fittiziamente ad essi la titolarità di diverse imprese.
In particolare, oggetto del provvedimento di sequestro in argomento sono 3 terreni del valore di oltre 40.000 euro, 18 autovetture con valutazione di mercato stimata in circa 140.000 euro, 5 conti correnti, altre disponibilità finanziarie e 9 società, tutte con sedi nel territorio della provincia di Chieti, tra Vasto e San Salvo, riferibili alla gestione di quattro bar, un autosalone, un esercizio commerciale per la vendita di frutta e verdura, una sala giochi e due esercenti altri servizi il cui valore e’ in via di valutazione.