Sborgia va a Roma

Domani sera vertice con la banca che ha sospeso il finanziamento. «Se non ottengo i soldi la protesta ricomincerà»

Sborgia va a Roma

L'IMPRENDITORE SBORGIA OTTIENE L'INCONTRO CON LA BANCA. L'abbiamo contattato telefonicamente. E' stato molto disponibile e ci ha spiegato la sua versione dei fatti. I motivi reali che hanno spinto Marcello Sborgia, 52 anni, imprenditore nel settore delle scommesse sportive e costruttore, ad entrare nel suo locale armato di pistola (regolarmente denunciata) e inscenare una protesta contro le banche che gli avevano rotto «un giocattolo costruito in 10 anni di sacrifici e duro lavoro»: un consistentissimo volume d'affari generato dal business del gioco d'azzardo oltre ad un patrimonio immobiliare da 40 milioni di euro, frutto di sapienti investimenti nel campo delle costruzioni. Nel 2010, in estate, succede qualcosa. L'inchiesta della Guardia Forestale sull'urbanistica nel Comune di Spoltore, coordinata dalla Procura di Pescara, su presunti abusi porta all'arresto dell'ex sindaco Franco Ranghelli. Nella vicenda è coinvolto anche l'imprenditore ed è da lì che l'attività dell'imprenditore spoltorese comincia ad incontrare le prime difficoltà. «Siamo innocenti io, Ranghelli e Roselli e lo dimostreremo in tribunale», ci dice rispondendo ad una nostra domanda sul ruolo avuto dall'inchiesta nello stop all'erogazione dei fondi bancari. Eh, già. Perchè è proprio un finanziamento da 9 milioni di euro al tasso di interessi del 27,5% - c'è gente condannata per usura per aver prestato denaro al 30% di interessi! -, inizialmente concesso e poi misteriosamente revocato dalla banca con la quale aveva rapporti, ad impedire al costruttore di terminare il complesso residenziale Baby Residence e consegnare tutti gli appartamenti, già venduti sulla carta. «Ho cercato in tutti i modi di avere delle risposte dall'Istituto, di incontrare il direttore e chiedergli perchè stessero assumendo questa linea», spiega Sborgia. «Non ce l'ho fatta più e ho deciso di fare quello che ho fatto senza fare del male a nessuno. Ero nel mio negozio - aggiunge - e non sono stato io a chiamare i carabinieri. Volevo denunciare una situazione a livello nazionale. Ho forse sbagliato ad uscire. Sarei dovuto rimaneri lì dentro finchè non avrei ottenuto quello che volevo: cioè finire il mio lavoro e consegnare le case ai miei clienti». La storia è nota. Sborgia arriva di mattina presto armato, caccia i dipendenti ed esplode due colpi di pistola all'interno del suo centro scommesse Pakundo Bet, sulla SS 106 a Santa Teresa di Spoltore. Dopo una lunghissima trattativa con le forze dell'ordine, sapientemente comunicata sui social network e in costante contatto con i media, Sborgia si è consegnato ai carabinieri di Pescara, guidati dal capitano claudio Scarponi. Ma prima ha ottenuto l'incontro che cercava con l'istituto bancario che ha sospeso il finanziamento. Domani sera sar ricevuto dai vertici della banca che gli avevano sospeso il finanziamento. «Mi dispiace aver creato spavento ad amici ed ai miei familiari ma se non otterrò quello che chiedo dovrò ricominciare da capo a protestare». Intanto preosegue l'iter della giustizia, sia per quanto riguarda l'urbanistica spoltorese - l'udienza preliminare è fissata per fine marzo - sia questa vicenda.              

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