“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Sansovini parla da leader: "Sono solo 1/27esimo della rosa"
Il Sindaco dice che il capitano resta Memushaj: ma è chiaro che tutto l'ambiente vuole che quella fascia al braccio ritorni al suo posto
SANSOVINI PARLA DA LEADER: CIOE' DA "SINDACO" E CAPITANO. Ogni volta che ci tocca scrvere di Marco Sansovini, 33 anni, vecchio per molti - ma per altri, per fortuna, no! - veniamo percorsi da un brivido. E non è soltanto per il 48 gol segnato con la maglia biancazzurra, con particolare riferimento a quell'ultimo, segnato a 1 minuto dalla fine contro il "nemico" Catania, magnifico, un missile da 25 metri e quella corsa fantastica sotto la sua Curva, che mai lo ha abbandonato e per sempre gli sarà devoto. Marco Sansovini da Roma è per Pescara qualcosa di speciale. Un esempio, una persona perbene, che può fare solo del bene ad una piazza "calda" come la nostra e che pretende rispetto da tutti: in primis dalla società e poi dai giocatori. L'amore reciproco (tra lui e noi) resterà una pagina scritta nella storia biancazzurri ed è un onore riservato a pochissimi: Tom Rosati, Capitan Zucchini, Giovanni Galeone, Leo Junior, Baka Sliskovic, Ricky Massara, Rocco Pagano, Massimiliano Allegri, Zdenek Zeman, Ciro Immobile, Marco Verratti, Lorenzo Insigne e pochi altri.
Intervistato dopo la vittoria Sansovini, con molta umiltà, ha confermato che il grande uomo che è: "Il capitano del Pescara resta Memushaj. Io sono soltanto un ventisettesimo della rosa a disposizione di Baroni".
Per noi che scriviamo è la certezza: abbiamo un vincitore. Il suo nome è Marco Sansovini (e non Filippo Maniero).
Romanzo