“Legami alle comete, come alle code dei cavalli, trascinami, squarciandomi sulle punte delle stelle.”. Vladimir Vladimirovič Majakovskij
Sanità. Tasse per 45 milioni per sistemare i conti
Ma l’assessore Verì, al secondo mandato, si difende: “Basta parlare di cattiva gestione”
“Basta parlare di cattiva gestione economica e finanziaria del sistema sanitario regionale: il disavanzo 2024 è legato ad altri fattori, oggettivi e misurabili, che nulla hanno a che fare con l’attività della Regione e delle Asl”. Questa la difesa dell’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, dopo la seduta della Commissione Bilancio a cui ha partecipato insieme al Direttore del Dipartimento, Emanuela Grimaldi. “Per correttezza istituzionale – spiega la Verì – ho aspettato la discussione in Commissione sulla proposta di rimodulazione delle addizionali Irpef regionali, ma a questo punto è bene rimettere ordine nel dibattito, che si è trasformato in una rissa senza precedenti e soprattutto senza fondamento, perché la minoranza ancora una volta ha creato caos, confondendo piani, situazioni e buttato nella discussione temi che nulla hanno a che vedere con i conti della sanità abruzzese”. Per ricostruire come si è arrivati all’attuale disavanzo, che secondo la nota stampa ammonta a circa 81 milioni di euro, l’assessore fa riferimento ai dati dell’Advisor, la struttura esterna che supporta la Regione nei Tavoli ministeriali dal punto di vista amministrativo e contabile. Scorrendo le cifre, il valore più importante è rappresentato dall’aumento dei costi del personale, che nel 2024 si attesta a 941 milioni di euro (ben 43 milioni in più rispetto all’anno precedente, legati agli adeguamenti contrattuali del personale sanitario). “Già questo numero – sottolinea – fa ben comprendere il motivo per il quale si è fatto ricorso alla rimodulazione delle addizionali, il cui gettito è interamente destinato a finanziare questa voce. Vale la pena ricordare che tra il 2022 e il 2024 il saldo del personale del sistema sanitario regionale, al netto del turn over, è di oltre 500 unità in più. E nello stesso periodo, abbiamo assunto a tempo indeterminato 1850 unità di personale non dirigente, soprattutto a seguito delle procedure di stabilizzazione che hanno riguardato 1300 dipendenti, finora assunti con contratti precari e senza alcuna prospettiva di stabilità”. In questa circostanza la Verì, per la prima volta, interviene anche su quella che definisce la narrazione della voragine dei conti della sanità nascosta agli elettori prima delle Regionali. Dalla relazione dell’Advisor, aggiornata al quarto trimestre 2024, emerge inoltre che lo scorso anno si è registrato un incremento di 22 milioni di euro per prodotti farmaceutici ed emoderivati e di 3 milioni di euro sulla farmacia convenzionata, nonostante una contrazione del numero complessivo delle prescrizioni. E ancora, tra le voci in aumento, ci sono 3 milioni in più per i dispositivi medici, 9 milioni e mezzo per l’assistenza informatica, oltre agli incrementi per l’acquisto di prestazioni dagli erogatori privati per oltre 14 milioni di euro finalizzati soprattutto ai piani di abbattimento delle liste d’attesa, così come previsto dalla normativa nazionale e regionale. “Mi sembra chiaro – rimarca ancora la Verì – che ci sia ben poco da imputare ad una cattiva gestione, anche perché dal 2019 ad oggi vorrei ricordare che la Regione ha investito decine di milioni di euro per il rinnovo delle grandi apparecchiature e degli elettromedicali in tutti gli ospedali (e non solo con fondi Pnrr), a differenza di quanto fatto dal governo di centrosinistra che ci ha preceduto e che non aveva acquistato nemmeno un ecografo durante la sua amministrazione, oltre a precarizzare oltre ogni limite i rapporti di lavoro”. Tuttavia l’assessore regionale, al secondo mandato con la delega per il comparto sanitario, non nasconde le difficoltà, soprattutto sulla percezione del servizio da parte dell’utenza ed anche in merito al recentissimo aumento delle tasse (addizionale Irpef) per scongiurare il pericolo commissariamento. “L’ho detto più volte – conclude – la quota di fondo sanitario nazionale destinata all’intero Abruzzo è la stessa assegnata al Comune di Milano. Ed è evidente che la situazione di partenza ci vede fortemente penalizzati, ma questo non ci ha mai scoraggiati e trovo ingiusto che per meri scopi elettoralistici si continuino ad attaccare di fatto migliaia di persone, nelle Asl e in Regione, che quotidianamente e con impegno svolgono il proprio lavoro con grande abnegazione. Perché, al di là dei soliti e strumentali distinguo di facciata, l’attacco non colpisce l’assessore Verì, ma tutti coloro che lavorano nella nostra sanità regionale”.