“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Riprendiamoci la Rai?
Incredibile arriva anche in Abruzzo un'iniziativa incomprensibile. Ma perchè ci sono di mezzo i vecchi?
RIPRENDIAMOCI LA RAI - Riprendiamoci la Rai, l'iniziativa del sindacato dei giornalisti Usigrai, sta toccando tutte le regioni italiane «per rilanciare il ruolo della Rai come servizio pubblico, come un bene comune che lo Stato deve garantire senza doverne condizionare la gestione a interessi partitici o di gruppi di potere», leggiamo in una nota. Ecco, tenete a mente l'espressione "gruppi di potere": ci tornerà utile tra qualche riga. Intanto vi diciamo che lincontro si terrà martedì 24 gennaio presso la sala convegni della Fondazione Pescarabruzzo, in Corso Umberto a Pescara, a partire dalle ore 17. Benissimo. Allincontro con il segretario nazionale Carlo Verna parteciperanno rappresentanti del mondo sindacale, del lavoro e della cultura. Ottimo. Tra gli ospiti lattrice Grazia Scuccimarra, il regista Luciano Odorisio, la scrittrice Dacia Maraini con una videodichiarazione. Straordinario. E poi il comunicato ci informa: «Interverranno anche il Presidente regionale dellOrdine dei giornalisti, Stefano Pallotta, e il Segretario del Sindacato Giornalisti Abruzzesi, Lodovico Petrarca che ha contribuito allorganizzazione delliniziativa coordinata dal Cdr della Rai Abruzzo». Alt! Eccoli qua, li abbiamo beccati ancora una volta. Lodovico Petrarca è un ex giornalista Rai in pensione. Stefano Pallotta non è certo un giovincello, e soprattutto, in quanto presidente dell'Odg Abruzzo, rappresenta - "digiamolo" - un gruppo di potere, di quelli che difendono i forti e non certo i deboli (il caso dei giornalisti precari ne è un esempio). E che dire del luogo che ospiterà questa manifestazione, cioè la Fondazione Pescarabruzzo? Non è anche quello un gruppo di potere? E allora ci chiediamo: ma perché questi signori stanno ancora a fare le battaglie (finte)? Perché non lasciano spazio ai giovani? Siamo daccordissimo con uniniziativa che, in tempi di indignados e forconi, ci invita a riprenderci la Rai, unazienda pubblica, dunque di tutti. Purchè però non ci siano sempre di mezzo i soliti noti che purtroppo, e non è unoffesa, possiamo etichettare solo con una parola: vecchi. I vecchi sa na da stà a la cas, diceva quello. E aveva ragione. Non trasformiamo anche le idee più lodevoli nel solito teatrino politico-utilitarista, please.
Federico Di Sante