“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Rinegoziare patto stabilità
Lunedì il decreto per sbloccare 40 miliardi di debiti delle PA. Oltre a Cipro anche la Francia nei Pigs
PARLAMENTO SBLOCCA 40 MILIARDI DI DEBITI DELLA P.A. IL 2 aprile scorso le Camere avevano decretato lo sblocco di 20 miliardi nel 2013 e 20 nel 2014, necessari per pagare i debiti
dello Stato, degli Enti locali, delle Regioni e delle Aziende sanitarie locali nei confronti delle imprese creditrici, in grave crisi di liquidità per i ritardi biblici dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione. Per avere un'idea la portata del problema basta riferire le drammatiche stime della Cgia di Mestre secondo cui sono ben 15.000 le aziende che hanno chiuso per mancati pagamenti da parte della pubblica amministrazione con 60.000 posti di lavoro persi. Tanto che perfino il M5S, che aveva presentato una propria proposta, dopo averla ritirata, ha votato a favore del provvedimento predisposto dal governo.
IL GIALLO DEL RINVIO DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI. Il Consiglio dei Ministri, che ieri avrebbe dovuto dare concreta attuazione alla legge, si sarebbe dovuto riunire prima in mattinata e poi nel pomeriggio. In serata però è arrivato l'annuncio di un ulteriore rinviato di qualche giorno. Il ministro dell'Economia Grilli, ed il Ministro dello Sviluppo Passera hanno ritenuto di dover rimandare il CdM, ufficialmente per "approfondimenti". Comunque, i l Governo ha assicurato che entro lunedì sarà varato il provvedimento e che saranno disponibili da subito 7 miliardi, come ha riferito il Presidente dell'Associazione dei Comuni Italiani Graziano Delrio al termine dell'incontro con il Governo.
IL VINCOLO DEL PATTO DI STABILITA' . Le fonti di finanziamento previste dovrebbero provenire in parte da un allentamento del patto di stabilità che dopo l'approvazione del decreto comporterà la crescita del rapporto deficit/Pil dal 2,4% di oggi al 2,9% al limite di quel fatidico 3% assolutamente invalicabile pena l'attivazione della procedura d'infrazione che comporterebbe pesanti sanzioni da parte dell'UE al nostro paese. Un'altra fonte di finanziamento sarà costituita con la creazione di di un fondo statale che avrebbe consentito agli enti locali ed alle regioni con disponibilità bloccate di ottenere prestiti a lunga scadenza. Poiché però i molti Enti con bilanci in profondo rosso, non saranno in grado di restituire i prestiti ottenuti dal tesoro, il decreto ipotizzava l'aumento dell'addizionale IRPEF Regionale al fine di consentire maggiori entrate. Ovviamente alla fine della fiera gran parte della manovra sarebbe andata a finire sulle spalle dei soliti noti cioè i contribuenti. Appena la notizia dell'addizionale IRPEF è trapelata, immediatamente i sindacati e i partiti hanno protestato. «Sarebbe inaccettabile!», ha protestato il responsabile economico del Pd Stefano Fassina, seguito dal portavoce del Pdl Capezzone che ha tuonato «E' una roba contro cui tutte le persone ragionevoli farebbero barricate!».
GOVERNO MONTI IN DIFFICOLTA': REPERIRE NUOVE FONTI DI FINANZIAMENTO. Il Governo si è trovato quindi così tra l'incudine, rappresentata dall'occhialuto commissario Europeo all'Economia Rehn che vigilerà che il rapporto deficit/Pil non sfori la soglia del 3% , ed il martello rappresentate dalle organizzazioni sindacali e dei partiti che rifiutano decisamente l'aumento dell'IRPEF
che andrebbe a sommarsi alle altre prossime scadenze fiscali. Le tasche dei cittadini infatti prossimamente saranno alleggerite dall'IRPEF e dall'IMU a giugno e dall'aumento dell'IVA dal 20% al 21% dal primo luglio, ormai non rinviabile, insieme alla Tarsu e Tia. Per fortuna che la nuova temibile Tares, che andrà a sostituire Tarsu e Tia, slitterà a dicembre. Ma in tutta evidenza il rinvio sarà solo una boccata d'ossigeno in quanto la sua applicazione, comporterà nuovi aggravi per i cittadini di almeno 30 centesimi a mq, e per le imprese commerciali un aumento del 290%, secondo la Confcommercio.
RINEGOZIAZIONE CON L'UE DEL PATTO DI STABILITA'. In questo fosco quadro non c'è spazio per il populismo alla Grillo che parla di reddito di cittadinanza, nè di quello di Berlusconi che parla di abolizione dell'IMU. L'alternativa ad un macelleria sociale alla greca, è l'apertura di un serio e duro confronto con l'UE dominata dalla Germania. L'Italia e altri paesi, dovranno aprire un tavolo per rivedere il patto di stabilità interno ed il cosiddetto fiscal compact che gravano su Portogallo, Italia, Grecia, Spagna, il cui acronimo PIGS non raggruppa tutti paesi dell'UE in difficoltà. Esso è incompleto perché manca la lettera C, iniziale di Cipro e probabilmente anche la lettera F, l'iniziale della Francia, anch'essa in seria difficoltà a causa della micidiale filosofia neoliberista imperante in Europa. L'acronimo da PIGS, almeno per il momento è PIGSCF.
Clemente Manzo