“Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica”. Salvador Allende
Ricostruire non chiacchiere
A quattro anni dal disastro del 6 aprile si rivendicano meriti che non ci sono. L'Aquila non è una città
RICOSTRUZIONE A CHIACCHIERE. PARLANO TUTTI. «E' un momento significativo questo per i processi di ricostruzione ma non dimentichiamo che, di fatto, la ricostruzione è iniziata il giorno dopo il terremoto del 6 aprile 2009». Con queste parole il Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, è intervenuto questa mattina all'incontro previsto all'Aquila alla presenza del Ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca per suggellare l'avvio a pieno regime della ricostruzione. Il primo cittadino d'Abruzzo, all'epoca dei fatti appena eletto, si è trovato con un enorme problema da risolvere, cioè il terremoto del 6 aprile 2009: 308 vittime, oltre 1500 feriti, 10 miliardi di euro di danni ed una città, il capoluogo d'Abruzzo, completamente distrutta.
LA FASE POST-SISMA. Il Commissario delegato Chiodi ha voluto ricordare il lavoro svolto in due anni e mezzo: dalla fase di gestione post-sisma allo sfollamento e sistemazione dei terremotati, dalla gestione degli spazi agli studenti per consentire il tirorno a scuola alle problematiche degli imprenditori e dei professionisti di ricostruire le proprie aziende e studi oltre, naturalmente, l'avvio della ricostruzione al di fuori dei centri storici. «Tutto ciò ha evitato, sino ad oggi, lo spopolamento del capoluogo d'Abruzzo». Parole quelle del Governatore d'Abruzzo, in verità, abbastanza ottimistiche. Ma neppure si può dire che aveva la bacchetta magica in mano poichè i problemi erano e restano enormi.
CIALENTE: «SERVE UN MILIARDO L'ANNO». A margine della visita del ministro Barca, che tramite il Cipe recentemente ha sbloccato ben 2.245 milioni di euro per avviare la ricostruzione privata, il sindaco Massimo Cialente ha ribadito la necessità di garantire il flusso di denaro. «Serve al Paese per comprendere che L'Aquila va ricostruita in cinque anni, e questo è il compito minimo che il Paese stesso dovrà assumersi. Allo stato attuale - aggiunge il sindaco - perché tutto il Comune venga ricostruito definitivamente, servono ancora 7mld di euro di cui 6, 1 solo per la Città dell'Aquila. Possiamo farcela, attingendo alla cassa depositi e prestiti, meccanismo tramite il quale lo Stato assume un mutuo riprendendoselo in poco tempo solo con le tasse».E, poi, ancora: «Noi consegnamo i lavori, io chiedo le risorse. Il comune dell'Aquila avrà bisogno di 1 mld l'anno. Ognuno dovrà fare la sua parte, come in una regata. Ora, tocca ai progettisti, perché si diano da fare rispettando il cronoprogramma ed alle imprese, perché capiscano che in cinque anni deve essere tutto finito. Dobbiamo riportare la vita in centro storico e con essa anche il commercio, per il quale abbiamo già studiato una fiscalità di vantaggio».
Redazione Independent